PM L’Aquila, Piccone non indagato. Da Napoli in arrivo documenti con 2 inchieste

Il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila e procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, ha smentito categoricamente che la procura antimafia dell’Aquila abbia iscritto sul registro degli indagati il senatore e coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, con l’accusa di associazione mafiosa per aver favorito l’inserimento dei Casalesi nella ricostruzione post terremoto. Ma in riferimento alla vicenda Piccone, […]

Il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila e procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, ha smentito categoricamente che la procura antimafia dell’Aquila abbia iscritto sul registro degli indagati il senatore e coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, con l’accusa di associazione mafiosa per aver favorito l’inserimento dei Casalesi nella ricostruzione post terremoto. Ma in riferimento alla vicenda Piccone, secondo fonti interne alla procura dell’Aquila starebbero per arrivare all’Aquila documenti relativi a due inchieste della procura distrettuale antimafia di Napoli su infiltrazioni della camorra nella ricostruzione: in una di queste Piccone comparirebbe per via di una intercettazione in un cui terze persone citerebbero il senatore. Intercettazioni personali dell’esponente del Pdl, sono da escludere perché si sarebbe dovuto attivare l’iter parlamentare trattandosi di un senatore. In mattinata nella sede della procura, in un clima di tensione per la difficoltà a trovare conferme alla notizia sul coinvolgimento di Piccone, che di professione fa l’imprenditore ai giornalisti Rossini aveva detto: ‘No comment, sono una persona riservata, non come tanti magistrati di altri uffici”. Rossini non ha voluto dire a chi fosse riferita l’accusa. Intercettazioni personali dell’esponente del Pdl, sono da escludere perché si sarebbe dovuto attivare l’iter parlamentare trattandosi di un senatore. Comunque, l’iscrizione sul registro degli indagati di Piccone è smentita anche dal procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero de Raho, raggiunto telefonicamente dall’Ansa: “Ci sono indagini su imprenditori che lavorano anche lì ma non mi risultano indagini di questo senatore da parte dei nostri uffici”. Le parole del magistrato smentiscono il coinvolgimento di Piccone, ma confermano indirettamente il fatto che all’Aquila stanno per arrivare documenti di due inchieste napoletane. In particolare, sempre stando a fonti della procura aquilana, i Pm napoletani avrebbero messo sotto osservazione alcuni imprenditori in odore di camorra che avrebbero fondato alcune società dopo il terremoto con l’intento di infiltrarsi nella ricostruzione. Un appalto sotto stretta osservazione sarebbe quello legato ai lavori di ristrutturazione dell’ospedale San Salvatore, gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009 tanto da essere dichiarato inagibile poche ore dopo il terremoto.

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