Il Valzer di Ruby ed il fanciullino Berlusconi

Non c’è più limite al cattivo gusto che ora investe anche un luogo che ne sembrava immune: il ballo delle debuttanti di Vienna, evento tanto anacronistico quanto esclusivo e che, domani, avrà come ospite d’onore Karima El Mahroukh, la finta nipote di Mubarak, nota come Ruby Rubacuori, invitata con tanto di jet privato e limousine […]

Non c’è più limite al cattivo gusto che ora investe anche un luogo che ne sembrava immune: il ballo delle debuttanti di Vienna, evento tanto anacronistico quanto esclusivo e che, domani, avrà come ospite d’onore Karima El Mahroukh, la finta nipote di Mubarak, nota come Ruby Rubacuori, invitata con tanto di jet privato e limousine bianca (con altre tre, identiche, a comporre il seguito), fra mazzi di fiori bianchi e gialli, dal magnate austriaco Richard Lugner, che l’ha voluta all’Opera, con un cachet di 40.000 Euro. “Non ho mai ballato il valzer nella mia vita e sono nervosa ma è un’esperienza bellissima e sono felice di essere qui”: sono state le prime parole di Ruby alla conferenza stampa a Vienna, alla vigilia della sua partecipazione al Ballo dell’Opera, il 3 marzo ed ha aggiunto che: “Dopo Berlusconi lascio l’Italia”, chiarendo che lo farà dopo l’udienza del 6 aprile, assieme al compagno Luca Risso, che nel frattempo se ne sta a Genova a curare gli interessi del suo bar e della sua discoteca. La ragazza si dice irritata da tutta l’attenzione mediatica (”non posso nemmeno andare al supermercato senza essere seguita” e quanto alle feste di Arcore, ribadisce che non è accaduto nulla di particolare: erano delle ”semplici feste, in cui si ballava e cantava molto, ma c’e’ mai stato sesso”. Per capirci, spiega, ”lui aveva 74 anni, che ci faccio con un uomo di quell’eta’?”. Berlusconi ”era incredibilmente charmant e spiritoso, e anche lui ha cantato”. Nell’edizione di oggi del Corriere della Sera Napolitano afferma che non è certo per sua colpa se, da mesi, i giornali stranieri parlano del caso Ruby e, al termine dell’incontro al Quirinale con il presidente del Cile Sebastian Pinera, a un giornalista cileno che gli chiede se non sia dispiaciuto per il fatto che l’Italia in questi ultimi tempi sia presente sulla stampa internazionale soprattutto per il caso Ruby e per le vicende giudiziarie del capo del governo Silvio Berlusconi, aggiunge: “Quello che io posso sottolineare è la necessità che venga prospettata la realtà del nostro Paese nei suoi sviluppi, nelle sue evoluzioni, nelle sue problematicità ma anche nelle prove che quotidianamente supera”. Se i media internazionali si concentrano esclusivamente su Silvio Berlusconi e le sue vicende giudiziarie è perché esiste la libertà di informazione, afferma il Capo dello Stato, ricordando che di notizie ce ne sono anche altre, a partire da quelle sulla tenuta economica del Paese. La cattiva e controversa immagine dell’Italia politica nel mondo, schiacciata sul berlusconismo e le reazioni incontrollabili che provoca, ha creato gelo nelle relazioni internazionali del Nostro Paese, soprattutto nei confronti della Germania, interrompendo di fatto quel rapporto particolare che si era stabilito per decenni all’interno dell’Europa, prima comunitaria poi gradualmente allargata, in una informale triangolazione virtuosa con la Francia. E la situazione non è certo confortante nelle relazioni con la Gran Bretagna. Giorni fa, in un editoriale del Daily Telegraph intitolato: “L’ultimo atto dell’opera buffa di Silvio”, si poteva leggere: “Il priapico Cavaliere è stato accusato molte altre volte di attività illecite, e quei processi avrebbero sicuramente messo fine alla carriera politica di qualsiasi altro leader”, afferma l’articolo nella pagina dei commenti del più diffuso quotidiano conservatore britannico di qualità. “Ma questa volta Berlusconi sembra aver trovato pane per i suoi denti. Centinaia di migliaia di donne hanno manifestato contro di lui lo scorso fine settimana. Tre giudici donne condurranno il procedimento giudiziario contro di lui (per il Rubygate). Come Don Giovanni, il suo impenitente amore per le donne potrebbe rivelarsi la ragione della sua caduta. L’opera buffa che è stata la sua carriera è arrivata a quello che sembra l’ultimo atto”. Un altro quotidiano britannico, il progressista Guardian, ha dedicato due pagine intere al caso Berlusconi, “mandato sotto processo per avere pagato per sesso con una minorenne”, come afferma il titolone. Un processo “senza precedenti nella storia moderna dell’Italia”, osserva il corrispondente da Roma John Hooper, e che sembra rendere “inevitabili le elezioni anticipate”. Il Guardian nota che la Lega Nord ha inviato un primo segnale che potrebbe cambiare alleanze, pubblicando sul suo giornale un’intervista al leader del Pd Pierluigi Bersani che si dice pronto a sostenere il federalismo voluto dal partito di Bossi. L’articolo aggiungeva che gli ultimi giorni hanno portato un’altra “brutta notizia” per Berlusconi: la dichiarazione dell’avvocato di Nicole Minetti, secondo cui la sua cliente “parlerà e parlerà chiaramente, anche a costo di rompere con Silvio Berlusconi” e ha poi messo in rilievo, che le azioni di Mediaset hanno perso l’1,7 per cento nel giorno dell’annuncio del processo contro Berlusconi. Ed anche se Fabrizio De Feo sul fido Il Giornale di oggi, dice che in ministro Frattini, nel corso di una conferenza stampa a Belgrado con il vicepremier serbo Bozidar Djelic, a una domanda sull’impatto che il caso Ruby ha avuto sull’immagine dell’Italia all’estero, ha risposto chiaramente che “all’estero si parla di altro”, è palese che il peso e la credibilità italica a livello internazionale è ai minimi storici. Le rivelazioni di Wikileaks raccolte e pubblicate da l’espresso il 18 febbraio scorso, ci dicono che secondo gli Usa l’Italia di Berlusconi è poco affidabile e del tutto priva di credibilità.  Oltre 4.000 rapoprti segreti del Dipartimento di Stato americano affermano che “l’immagine dell’Italia all’estero è diventata una comica, tuttavia Berlusconi va aiutato perché ci torna utile in politica estera”. Nei files segreti si legge che “Berlusconi è un premier che offende tutti senza ritegno e lede pesantemente l’immagine dell’Italia all’estero”, e si parla di un “paese ormai in declino”. Tuttavia, il proverbiale pragmatismo a stelle e strisce sceglie di non abbandonare un alleato che fa pasticci e gaffes (e molto altro…) dal momento che conviene agli equilibri e alle scelte politiche americane in politica estera. Ma quanto a credibilità essa è davvero pari a zero. Dopo il ruolo da guest star e dato il successo, in comparsate varie, delle innumerevoli fiamme del nostro presidente del consiglio, considerando le sue indubbie capacità e tenendo conto del fallimento (appena dichiarato dal tribunale) di Lele Mora, meglio farebbe Berlusconi a ritirarsi dalla politica e a prendere il posto vacante dell’ex parrucchiere, per dedicarsi al ruolo che meglio gli riesce: procacciatore di spettacoli ed intrattenimenti vari. Il politolo americano Michael A. Ledeen a novembre scorso, ha detto che, un tempo era possibile parlare delle differenze culturali che determinavano se l’attività sessuale fosse politicamente significativa o no. Per la vicenda Clinton gli americani entrarono tutti in agitazione, mentre gli italiani la consideravano piuttosto normale e dunque politicamente insignificante. Adesso è tutta una questione di politica: uno scandalo a sfondo sessuale è davvero una gran cosa se non si gradisce la persona. Non è così se la persona in questione ti piace. Ed è forse per questo che, nonostante le meschine figure nei confronti dei grandi partner internazionali, Berlusconi resterà al suo posto, con l’appoggio degli italiani e con un Lele Mora che certamente sarà ancora salvato, magari grazie alla scoperta di qualche nuovo “talento naturale” e, ancora, con Emilio Fede, sarà grande anfitrione di feste, lazzi e divertimenti, alla bizantina corte dell’eterno imperatore. Credo abbia ragione chi scrive che Berlusconi ricorda il protagonista di “Toto Modo” di Sciascia, un uomo “a somiglianza dell’universo kantiano, una catena di causalità sospesa ad un atto di libertà, che si potrebbe riassumere nell’universo pirandelliano, come un diuturno servaggio in un mondo senza musica, sospeso all’infinita possibilità musicale: all’intatta e appagata musicalità dell’uomo solo”. Ed ecco perché piace all’uomo medio, perché ha fatto raggiungere alla politica e all’etica italiota il culmine dell’estetica “dell’uomo solo”, che con la sua straordinaria capacità di affabulazione politico-mediatica (con cui ha costruito un’esperienza politica del tutto nuova come il centro-destra) esprime, al massimo grado, come dice lo stesso Sciascia, “l’infinita possibilità musicale di certi momenti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Ecco cosa è Berlusconi: un irresponsabile, egoista, fanciullo di 74 anni, che intende rivendicare il liberismo economico come pendant della rivendicazione della più assoluta libertà di ostentare la propria vitalità sessuale, come se entrambi facessero parte di un unico patrimonio di valori liberali, ignorando quello che scrisse Croce (ed anzi ignorandolo completamente) e cioè che ogni azione dovrebbe tener conto di una serie chiusa di scelte, per dirsi adulta e matura, oltre cui non c’è nulla da dire, se non prendere atto della razionalità e inevitabilità storica di quanto riportato, scritto o affermato, come per il passato, così per il presente, così per il futuro, ma non per quel tempo senza più tempo che è divenuto il berlusconismo: trionfo dell’uomo solo, travestito da eterno, immaturo fanciullo, in un giro di valzer che ha perso ogni candore o innocenza.

Carlo Di Stanislao

Non c’è più limite al cattivo gusto che ora investe anche un luogo che ne sembrava immune: il ballo delle debuttanti di Vienna, evento tanto anacronistico quanto esclusivo e che, domani, avrà come ospite d’onore Karima El Mahroukh, la finta nipote di Mubarak, nota come Ruby Rubacuori, invitata con tanto di jet privato e limousine bianca (con altre tre, identiche, a comporre il seguito), fra mazzi di fiori bianchi e gialli, dal magnate austriaco Richard Lugner, che l’ha voluta all’Opera, con un cachet di 40.000 Euro. “Non ho mai ballato il valzer nella mia vita e sono nervosa ma è un’esperienza bellissima e sono felice di essere qui”: sono state le prime parole di Ruby alla conferenza stampa a Vienna, alla vigilia della sua partecipazione al Ballo dell’Opera, il 3 marzo ed ha aggiunto che: “Dopo Berlusconi lascio l’Italia”, chiarendo che lo farà dopo l’udienza del 6 aprile, assieme al compagno Luca Risso, che nel frattempo se ne sta a Genova a curare gli interessi del suo bar e della sua discoteca. La ragazza si dice irritata da tutta l’attenzione mediatica (”non posso nemmeno andare al supermercato senza essere seguita” e quanto alle feste di Arcore, ribadisce che non è accaduto nulla di particolare: erano delle ”semplici feste, in cui si ballava e cantava molto, ma c’e’ mai stato sesso”. Per capirci, spiega, ”lui aveva 74 anni, che ci faccio con un uomo di quell’eta’?”. Berlusconi ”era incredibilmente charmant e spiritoso, e anche lui ha cantato”. Nell’edizione di oggi del Corriere della Sera Napolitano afferma che non è certo per sua colpa se, da mesi, i giornali stranieri parlano del caso Ruby e, al termine dell’incontro al Quirinale con il presidente del Cile Sebastian Pinera, a un giornalista cileno che gli chiede se non sia dispiaciuto per il fatto che l’Italia in questi ultimi tempi sia presente sulla stampa internazionale soprattutto per il caso Ruby e per le vicende giudiziarie del capo del governo Silvio Berlusconi, aggiunge: “Quello che io posso sottolineare è la necessità che venga prospettata la realtà del nostro Paese nei suoi sviluppi, nelle sue evoluzioni, nelle sue problematicità ma anche nelle prove che quotidianamente supera”. Se i media internazionali si concentrano esclusivamente su Silvio Berlusconi e le sue vicende giudiziarie è perché esiste la libertà di informazione, afferma il Capo dello Stato, ricordando che di notizie ce ne sono anche altre, a partire da quelle sulla tenuta economica del Paese. La cattiva e controversa immagine dell’Italia politica nel mondo, schiacciata sul berlusconismo e le reazioni incontrollabili che provoca, ha creato gelo nelle relazioni internazionali del Nostro Paese, soprattutto nei confronti della Germania, interrompendo di fatto quel rapporto particolare che si era stabilito per decenni all’interno dell’Europa, prima comunitaria poi gradualmente allargata, in una informale triangolazione virtuosa con la Francia. E la situazione non è certo confortante nelle relazioni con la Gran Bretagna. Giorni fa, in un editoriale del Daily Telegraph intitolato: “L’ultimo atto dell’opera buffa di Silvio”, si poteva leggere: “Il priapico Cavaliere è stato accusato molte altre volte di attività illecite, e quei processi avrebbero sicuramente messo fine alla carriera politica di qualsiasi altro leader”, afferma l’articolo nella pagina dei commenti del più diffuso quotidiano conservatore britannico di qualità. “Ma questa volta Berlusconi sembra aver trovato pane per i suoi denti. Centinaia di migliaia di donne hanno manifestato contro di lui lo scorso fine settimana. Tre giudici donne condurranno il procedimento giudiziario contro di lui (per il Rubygate). Come Don Giovanni, il suo impenitente amore per le donne potrebbe rivelarsi la ragione della sua caduta. L’opera buffa che è stata la sua carriera è arrivata a quello che sembra l’ultimo atto”. Un altro quotidiano britannico, il progressista Guardian, ha dedicato due pagine intere al caso Berlusconi, “mandato sotto processo per avere pagato per sesso con una minorenne”, come afferma il titolone. Un processo “senza precedenti nella storia moderna dell’Italia”, osserva il corrispondente da Roma John Hooper, e che sembra rendere “inevitabili le elezioni anticipate”. Il Guardian nota che la Lega Nord ha inviato un primo segnale che potrebbe cambiare alleanze, pubblicando sul suo giornale un’intervista al leader del Pd Pierluigi Bersani che si dice pronto a sostenere il federalismo voluto dal partito di Bossi. L’articolo aggiungeva che gli ultimi giorni hanno portato un’altra “brutta notizia” per Berlusconi: la dichiarazione dell’avvocato di Nicole Minetti, secondo cui la sua cliente “parlerà e parlerà chiaramente, anche a costo di rompere con Silvio Berlusconi” e ha poi messo in rilievo, che le azioni di Mediaset hanno perso l’1,7 per cento nel giorno dell’annuncio del processo contro Berlusconi. Ed anche se Fabrizio De Feo sul fido Il Giornale di oggi, dice che in ministro Frattini, nel corso di una conferenza stampa a Belgrado con il vicepremier serbo Bozidar Djelic, a una domanda sull’impatto che il caso Ruby ha avuto sull’immagine dell’Italia all’estero, ha risposto chiaramente che “all’estero si parla di altro”, è palese che il peso e la credibilità italica a livello internazionale è ai minimi storici. Le rivelazioni di Wikileaks raccolte e pubblicate da l’espresso il 18 febbraio scorso, ci dicono che secondo gli Usa l’Italia di Berlusconi è poco affidabile e del tutto priva di credibilità.  Oltre 4.000 rapoprti segreti del Dipartimento di Stato americano affermano che “l’immagine dell’Italia all’estero è diventata una comica, tuttavia Berlusconi va aiutato perché ci torna utile in politica estera”. Nei files segreti si legge che “Berlusconi è un premier che offende tutti senza ritegno e lede pesantemente l’immagine dell’Italia all’estero”, e si parla di un “paese ormai in declino”. Tuttavia, il proverbiale pragmatismo a stelle e strisce sceglie di non abbandonare un alleato che fa pasticci e gaffes (e molto altro…) dal momento che conviene agli equilibri e alle scelte politiche americane in politica estera. Ma quanto a credibilità essa è davvero pari a zero. Dopo il ruolo da guest star e dato il successo, in comparsate varie, delle innumerevoli fiamme del nostro presidente del consiglio, considerando le sue indubbie capacità e tenendo conto del fallimento (appena dichiarato dal tribunale) di Lele Mora, meglio farebbe Berlusconi a ritirarsi dalla politica e a prendere il posto vacante dell’ex parrucchiere, per dedicarsi al ruolo che meglio gli riesce: procacciatore di spettacoli ed intrattenimenti vari. Il politolo americano Michael A. Ledeen a novembre scorso, ha detto che, un tempo era possibile parlare delle differenze culturali che determinavano se l’attività sessuale fosse politicamente significativa o no. Per la vicenda Clinton gli americani entrarono tutti in agitazione, mentre gli italiani la consideravano piuttosto normale e dunque politicamente insignificante. Adesso è tutta una questione di politica: uno scandalo a sfondo sessuale è davvero una gran cosa se non si gradisce la persona. Non è così se la persona in questione ti piace. Ed è forse per questo che, nonostante le meschine figure nei confronti dei grandi partner internazionali, Berlusconi resterà al suo posto, con l’appoggio degli italiani e con un Lele Mora che certamente sarà ancora salvato, magari grazie alla scoperta di qualche nuovo “talento naturale” e, ancora, con Emilio Fede, sarà grande anfitrione di feste, lazzi e divertimenti, alla bizantina corte dell’eterno imperatore. Credo abbia ragione chi scrive che Berlusconi ricorda il protagonista di “Toto Modo” di Sciascia, un uomo “a somiglianza dell’universo kantiano, una catena di causalità sospesa ad un atto di libertà, che si potrebbe riassumere nell’universo pirandelliano, come un diuturno servaggio in un mondo senza musica, sospeso all’infinita possibilità musicale: all’intatta e appagata musicalità dell’uomo solo”. Ed ecco perché piace all’uomo medio, perché ha fatto raggiungere alla politica e all’etica italiota il culmine dell’estetica “dell’uomo solo”, che con la sua straordinaria capacità di affabulazione politico-mediatica (con cui ha costruito un’esperienza politica del tutto nuova come il centro-destra) esprime, al massimo grado, come dice lo stesso Sciascia, “l’infinita possibilità musicale di certi momenti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Ecco cosa è Berlusconi: un irresponsabile, egoista, fanciullo di 74 anni, che intende rivendicare il liberismo economico come pendant della rivendicazione della più assoluta libertà di ostentare la propria vitalità sessuale, come se entrambi facessero parte di un unico patrimonio di valori liberali, ignorando quello che scrisse Croce (ed anzi ignorandolo completamente) e cioè che ogni azione dovrebbe tener conto di una serie chiusa di scelte, per dirsi adulta e matura, oltre cui non c’è nulla da dire, se non prendere atto della razionalità e inevitabilità storica di quanto riportato, scritto o affermato, come per il passato, così per il presente, così per il futuro, ma non per quel tempo senza più tempo che è divenuto il berlusconismo: trionfo dell’uomo solo, travestito da eterno, immaturo fanciullo, in un giro di valzer che ha perso ogni candore o innocenza.

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