Piccone (PDL): le procure smentiscono coinvolgimento del senatore

Non ancora inviati dalla procura distrettuale antimafia di Napoli a quella dell’Aquila i documenti relativi ai due filoni di inchiesta sull’attività di aziende affiliate alla camorra, sfociati poi nella scoperta di infiltrazioni di imprenditori legati alla malavita organizzata campana, nella ricostruzione post terremoto del capoluogo abruzzese. I due filoni riguardano la ristrutturazione dell’ospedale San Salvatore […]

Non ancora inviati dalla procura distrettuale antimafia di Napoli a quella dell’Aquila i documenti relativi ai due filoni di inchiesta sull’attività di aziende affiliate alla camorra, sfociati poi nella scoperta di infiltrazioni di imprenditori legati alla malavita organizzata campana, nella ricostruzione post terremoto del capoluogo abruzzese. I due filoni riguardano la ristrutturazione dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009 tanto da essere dichiarato inagibile poche ore dopo il terremoto, ed i rifiuti. Ma la procura distrettuale antimafia dell’Aquila ha avviato da pochissimo le indagini in tal senso però attende le carte di Napoli per dare impulso all’azione che all’Aquila è tesa a prevenire le infiltrazioni mafiose nella ricostruzione. Tra le due distrettuali antimafia infatti ci sono stati contatti informali ma alla collaborazione diretta si arriverà quando le indagini, che secondo fonti interne alle due procure sono in una fase molto delicata e caratterizzate dal massimo riserbo, daranno riscontri. Per ora le indagini di Napoli e quelle dell’Aquila sono contro ignoti. Anche oggi le due procure smentiscono un coinvolgimento del senatore e coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, accostato alla vicenda in un articolo dei giorni scorsi di Repubblica.it secondo cui Piccone era iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di associazione mafiosa per avere favorito l’inserimento dei Casalesi nella ricostruzione post terremoto. Il senatore Piccone comparirebbe in una inchiesta per via di intercettazioni di persone che citerebbero l’esponente del Pdl. Dopo la smentita di ieri sul coinvolgimento di Piccone, oggi il procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Napoli, Federico Cafiero de Raho – raggiunto telefonicamente dall’Ansa – ha spiegato che: “Ci sono indagini su imprenditori legati alle organizzazioni camorristiche che lavorano all’Aquila, ma che hanno il centro degli affari in Campania e che di tanto in tanto si spostano altrove. In sostanza costituiscono propaggini della organizzazione malavitosa”. Il procuratore aggiunto, in riferimento ai contatti con i colleghi aquilani, ha sottolineato che “quando ci saranno passaggi interessanti, si attuerà una collaborazione”. Come dire Napoli non ha ancora inviato carte all’Aquila. Oggi il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Alfredo Rossini, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla delicata vicenda

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