Brindisi città turistica?

Calato il sipario sulla BIT di Milano, appuntamento che ha suscitato non poche polemiche da parte di coloro che lo ritengono giustamente inutile ed improduttivo , rifiutato dagli stessi operatori turistici, sembra quasi che in città,sia calato un silenzio assordante su un comparto che in molte altre realtà viene giustamente ritenuto come un potente motore […]

Calato il sipario sulla BIT di Milano, appuntamento che ha suscitato non poche polemiche da parte di coloro che lo ritengono giustamente inutile ed improduttivo , rifiutato dagli stessi operatori turistici, sembra quasi che in città,sia calato un silenzio assordante su un comparto che in molte altre realtà viene giustamente ritenuto come un potente motore di sviluppo del territorio, in grado di soddisfare molteplici interessi ed opportunità.Il turismo inteso come attività economica, in un mercato fatto di domanda ed offerta, basato su risorse naturali e storiche che necessitano di infrastrutture e risorse complementari.
Anche nel settore turistico è arrivata la competitività, la competenza, pertanto, riveste sempre più un ruolo fondamentale.
Sviluppare il turismo, attrarre investimenti nel settore, catturare turisti, trattenerli e soddisfarli dovrebbero essere delle priorità che ogni città dovrebbe perseguire.
Brindisi invece, continua a trascurare il settore turistico, perdendo occasioni per generare benessere e ricchezza, in un territorio sempre più povero .
Da un lato quindi, la mancanza di un’efficace promozione del nostro territorio, attraverso un efficiente marketing territoriale, in grado di acquisire importanti fette di mercato, dall’altro il consueto disinteresse nei confronti delle nostre infrastrutture, del nostro patrimonio ambientale, storico, artistico e paesaggistico.
Basterebbe fare riferimento, ancora una volta, allo scempio ed al degrado in cui versa la nostra costa dalla Sciaia ad Apani : da tempo immemorabile si parla del piano di recupero, dell’insediamento di strutture turistiche, di parcheggi inesistenti, di illuminazione pubblica carente, di bonifica e riqualificazione ambientale.
E che dire poi del nostro patrimonio monumentale, a partire dai nostri due Castelli, quello Svevo e quello Alfonsino, due testimonianze straordinarie che l’Italia intera e non solo ci invidia. : il primo, quello Svevo, destinato ad essere “ venduto” , in quanto il Comune non eserciterà il diritto di prelazione, il secondo, il Castello Alfonsino, restaurato di recente, ma sul cui destino ancora non si sa niente, lasciato pertanto, ad un inevitabile abbandono.
Senza dimenticare il nostro porto interno, dove nonostante roboanti progetti di riqualificazione e destinazione di nuovi traffici, oggi appare come una landa desolata, senza più l’ombra di navi e di imbarcazioni d’alcun tipo.
Come non ricordare gli anni 80, quando nel nostro porto e in tutto il centro cittadino, transitavano migliaia di turisti che si recavano e tornavano dalla Grecia, portando non solo una nota di colore ed allegria nella nostra Brindisi, ma soprattutto contribuendo a sostenere la nostra economia, facendo lavorare le attività commerciali del centro .
Era sì un turismo di transito, oggi non esiste neppure quello!
Un centro storico che andrebbe maggiormente valorizzato, su cui insistono pregevoli testimonianze del nostro passato ; una città millenaria che non dovrebbe avere da invidiare nulla a nessuno, ma, che, non si riesce a renderla appetibile come altre realtà a noi vicine.
Non si riesce neppure a vendere la nostra immagine, a rendere merito al passato, a capitalizzare i momenti e le occasioni che la Storia ci ha offerto : Brindisi già Capitale d’Italia, basterebbe questo per farci diventare una importante meta turistica!
E allora se veramente si vuole percorrere un nuovo modello di sviluppo, occorre valorizzare le bellezze che abbiamo, a cominciare dalla nostra infrastruttura principale che è il porto, coinvolgendo in questo percorso gente competente , che abbia a cuore realmente le sorti di questa città.

Raffaele Giove

Presidente Associazione IL Faro


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