Europa troppo dura, l’Italia s’appella all’Inter

“Peccato: i quarti erano abbordabili”. Il rammarico espresso da Adriano Galliani dopo l’uscita del Milan dalla Champions sa persino di beffa, per un’Italia sempre più giù nella classifiche del calcio che conta in Europa. Solo il Barcellona è squadra di livello, dice il dirigente rossonero che di Coppe Campioni se ne intende. E la sua […]

“Peccato: i quarti erano abbordabili”. Il rammarico espresso da Adriano Galliani dopo l’uscita del Milan dalla Champions sa persino di beffa, per un’Italia sempre più giù nella classifiche del calcio che conta in Europa. Solo il Barcellona è squadra di livello, dice il dirigente rossonero che di Coppe Campioni se ne intende. E la sua valutazione – al di là dei legittimi rimpianti per la serata del White Hart Lane – suona come definitiva consacrazione della mancata competitività delle squadre italiane. “Dobbiamo pensare al futuro, e prepararci per essere più competitivi”, dice il presidente Figc, Abete, certificando che il presente non dà motivi di eccessivo conforto, bisogna lavorare soprattutto in prospettiva. E non solo con la nazionale di Prandelli. Anche per i club, l’Europa non fa per il calcio italiano. In Champions, le ultime speranze di salvare l’onore sono affidate all’Inter che tra una settimana tenterà di ribaltare il risultato dell’andata e guadagnare contro il Bayern i quarti di finale di Champions League. Un compito non proprio facile per la formazione campione del mondo, ma nemmeno impossibile. “Se loro hanno vinto a Milano, perché noi non possiamo vincere all’AllianzArena?”, la carica di Etòo. L’Italia del pallone è sempre impantanata nella sua crisi. Dopo il flop in Europa League con l’eliminazione di tutte e quattro le squadre italiane (Palermo, Sampdoria e Juventus al primo turno, il Napoli ai sedicesimi), le cose non vanno meglio in Champions League dove, uscite di scena la Roma (con la doppia sconfitta contro lo Shakhtar Donetsk) e il Milan che, seppur dominando, non è riuscito a ribaltare lo 0-1 subito a San Siro contro un Tottenham, ieri insolitamente catenacciaro. “Il fatto é che il Milan è uscito con dignità, ma vincendo solo due partite su otto in Europa – ricorda Sacchi – ed è stato eliminato da una squadra di buoni giocatori”, quinta in Premier League. Confronto impietoso, che rafforza nel responsabile delle nazionali giovanili come “l’Italia del calcio sia una macchina che proprio non va”, è che è arrivata l’ora di svecchiare, uomini e mentalità. Una crisi che non arriva nemmeno da troppo lontano se si pensa che già nella stagione 2008/09 le tre italiane di Champions (Roma, Juventus e Inter) uscirono agli ottavi di finale, e culminata poi con il flop sudafricano della Nazionale targata Marcello Lippi. Tempi difficili per Cesare Prandelli, chiamato a costruire il nuovo corso del calcio italiano, e appena confortato dalla timida risalita della nazionale nel ranking Fifa (dal 13/o all’11/0 posto): era stato lui il primo ad augurarsi che le italiane facessero tanta strada in Europa, perché i giovani crescessero su palcoscenici di spessore. L’azzurro invece fa i conti con la crisi di un intero movimento, oltre che con le ‘follie’ di giocatori del calibro di Daniele De Rossi. Prandelli lo sentirà nei prossimi giorni, al momento l’idea è di uno stop nelle convocazioni per la partita di qualificazione contro la Slovenia, il 25 marzo. Per il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete “é un momento complesso e poco felice per la competitività del nostro calcio. Dispiace per l’eliminazione della Roma e del Milan. E’ una situazione insoddisfacente per il nostro calcio, anche considerando l’Europa League”. Tutti aggrappati all’Inter, a cominciare da Abete: “I nerazzurri hanno l’opportunità di tenere il calcio italiano tra le prime otto d’Europa e speriamo che ci riesca. Per il futuro dovremo attrezzarci meglio per competere in Europa”. “Il nostro campionato non è competitivo con quelli esteri” é il commento pressocché unanime dei presidenti della serie A. Secondo il patron della Lazio, Claudio Lotito, le squadre italiane “soffrono enormemente rispetto alle straniere per aspetti economici e strutturali”. Per il presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, “la realtà è che i campionati esteri sono molto più competitivi ed è difficile vincere in Europa, fatta eccezione per gli ultimi successi dell’Inter”.

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