Effemeridi italiane

Se ora si facesse un sondaggio sulle notizie più lette in questa giornata, certamente avremmo al primo posto la supposta “laison” Bocchino-Carfagna, che, a detta della moglie del primo, era nota in Parlamento da due anni e che lei ha mal sopportato perché non “poteva passare per la scema del villaggio”. Certamente in seconda posizione […]

Se ora si facesse un sondaggio sulle notizie più lette in questa giornata, certamente avremmo al primo posto la supposta “laison” Bocchino-Carfagna, che, a detta della moglie del primo, era nota in Parlamento da due anni e che lei ha mal sopportato perché non “poteva passare per la scema del villaggio”. Certamente in seconda posizione la “modifica” al disegno della bilancia sulla riforma della giustizia, mostrata in pubblico dal premier Silvio Berlusconi, operata ed adattata al caso di Yara Gambirasio dal procuratore bergamasco Massimo Meroni, che al termine della conferenza stampa sul caso della tredicenne di Brembate, ha mostrato un disegno che aveva già preparato. “Ho semplicemente ripreso il disegno del premier in merito a questo caso. Il pm non rappresenta se stesso, ma la collettività”. E nel suo disegno la bilancia pende dalla parte del pubblico ministero e di Yara, la vittima: non a favore dell’assassino. “Se il processo iniziasse oggi – secondo il procuratore – la magistratura che rappresenta Yara avrebbe più peso rispetto al cittadino-assassino”. Un modo per lo meno discutibile di procedere usando la memoria di una povera ragazza,  di cui ancora si ignora il nome dell’assassino. Al terzo posto, ma staccata di poche incollature, l’altra importantissima nuova, emersa dalle carte del processo di Milano che ruota intorno a Karima el Mahroug/Ruby e stralciato dal procedimento per prostituzione minorile e concussione contro Silvio Berlusconi, secondo cui Ruby avrebbe avuto 16 anni ai tempi dei primi incontri con clienti ‘gestiti’ da Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede e, ancora, che il “trio” gestiva un gruppetto di ben 32 allegre ragazze. Dalla nota della Procura milanese firmata da Edmondo Bruti Liberati si comprende finalmente in cosa consistesse l’ormai mitico bunga bunga: “Si svolgeva all’interno di un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente, toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi”. Il balletto erotico, secondo gli inquirenti, era la seconda di tre fasi dei festini di Arcore. “La prima – si legge nella nota – prevedeva una cena” mentre la terza consisteva nella “scelta, da parte di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilità ulteriori rispetto a quelle già consegnate alle partecipanti”. Solo alcuni risulterebbero interessati alla vicenda del Giappone, alla Libia con rischio crollo di ogni anelito di libertà o ai continui sbarchi di profughi a Lampedusa. Solo pochi sarebbero in grado di dire che, mentre l’avanzata delle truppe fedeli a Muammar Gheddafi prosegue verso Bengasi, la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del G8 sancisce la morte di una “no-fly zone” sulla Libia e, di fatto, la fine dei rivoltosi e, molti invece, si direbbero preoccupati per le dichiarazioni del Rais,. Che in un’intervista alla tv tedesca Rtl, ha dichiarato che le compagnie occidentali – tranne quelle tedesche – possono scordarsi di fare affari con la Libia in futuro. A nessuno poi sarebbe balenata l’altro notizia, che in Bahrein,  nel corso di scontri tra le forze di sicurezza e migliaia di manifestanti, due persone sono morte e più di 200 sono rimaste ferite. Ma questa e l’Italia, che preferisce il gossip ed il tornaconto alla democrazia in percolo ed alla civiltà, che non legge come allarmante la dichiarazione del ministro Romani e di tutto il Pdl che, nonostante tutto, sul nucleare non si torna indietro, anche quando, oggi, l’Ue  ha discusso l’idea di effettuare test di resistenza sulle centrali nucleari del continente e in Russia, Putin ha ordinato una revisione “della situazione attuale delsettore nucleare russo e una analisi dei piani di sviluppo futuro”. Preferiamo le corna dei politici ed il bunga bunga del Cavaliere, che sapere che il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di quatto giorni fa, è “considerevolmente aumentato” e per questo motivo la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall’impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni e, ancora, che continuano gli sbarchi a Lampedusa, con 400 nuovi arrivi in una sola giornata e la notizia di un barcone affondato con 65 persone a bordo e un traghetto con 1.800 persone, tutti provenienti dal porto di Misurata in Libia, ha chiesto di poter attraccare nell’isola, ma il Viminale ha ordinato che bisogna impedire il suo ingresso nelle acque territoriali italiane. Certamente un modo molto accogliente ed aperto di gestire il problema. Una strana notizia, infine, in questo corollario giornaliero italiato. Un centinaio di lampedusani hanno ricoperto di fischi la figlia di Le Pen che, accompagnata dal (poco) onorevole Borghezio, ha fatto visita al centro d’accoglienza temporanea di contrada Imbriacola. Magari, fra questi, l’ordine di lettura dei giornali è diverso da quello che abbiamo immaginato. Stasera a Lampedusa, dove oggi hanno manifestato anche alcuni studenti, chiedendo maggior attenzione da parte delle istituzioni locali e nazionali, “colpevoli  di essersi dimenticati di loro”, è atteso il cantautore Claudio Baglioni, che sull’isola ha una villa e organizza ogni anno il festival O Scià ed  ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone al tema dell’immigrazione clandestina. Speriamo che Borghezio e la francese del Fonte Nazionale, come accade allo stesso Baglioni l’8 settembre 1988 partecipando, come rappresentante italiano, al concerto di Amnesty International a Torino, vengono giudicati totalmente inadatti a valutare uno stato di cose che è davvero fuori controllo e del tutto preoccupante, per uno stato che celebra i 150 anni di unità fra poche ore e che, da ancora più tempo, si dichiara avanzato e civile.

Carlo Di Stanislao

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