Protesta di Cialente, non andro’ a Montecitorio

L’Aquila è una città ancora in ginocchio, “un pezzo del Paese ormai completamente abbandonato a sé stesso e senza prospettive”, per questo il suo sindaco, Massimo Cialente, non parteciperà alla cerimonia celebrativa per il 150/mo anniversario dell’Unità d’Italia, in programma domani a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato. Per l’intera giornata Cialente occuperà simbolicamente […]

L’Aquila è una città ancora in ginocchio, “un pezzo del Paese ormai completamente abbandonato a sé stesso e senza prospettive”, per questo il suo sindaco, Massimo Cialente, non parteciperà alla cerimonia celebrativa per il 150/mo anniversario dell’Unità d’Italia, in programma domani a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato. Per l’intera giornata Cialente occuperà simbolicamente il devastato palazzo Margherita, nel centro storico della città, sede del Comune fino al giorno del sisma, il 6 aprile 2009. Il sindaco ha declinato l’invito spiegando, con una lettera ai presidenti della Camera, Gianfranco Fini, e del Senato, Renato Schifani, i motivi della sua decisione: “E’ con profondo rammarico che devo declinarlo in quanto sindaco di una città distrutta dal terremoto, commissariata con totale mortificazione dell’autonomia comunale; priva di bilancio di previsione e bloccata completamente rispetto all’avvio della ricostruzione pesante, peraltro fortemente contrastata”. Se ne starà in quelle stanze inagibili, “con la morte nel cuore, tra la selva dei puntellamenti, per tentare di ricordare all’Italia intera e alle istituzioni, in una giornata così importante, che c’é un pezzo del Paese ormai completamente abbandonato a se stesso e senza prospettive”. Cialente non ritiene che il suo forfait sia uno sgarbo istituzionale: “La decisione l’avevo già comunicata ad alcune di quelle cariche, ma domani dovrò stare all’Aquila, non con centinaia di altri sindaci che hanno più potere di me, perché io sono commissariato. Non ho la possibilità di fare il bilancio, di poter incidere sulla ricostruzione della città. Ciò che più mi addolora, è il silenzio assordante da parte del Governo. Sono un parafulmine per tutti: Governo nazionale, Commissario per la ricostruzione, maggioranza e opposizione locali. Ma a tutti dico: se rappresento un problema, anche se non il più grave, sono pronto ad andare via”. Cialente si è dimesso l’8 marzo scorso e ha ancora 12 giorni di tempo per ritirarle. In Consiglio comunale evidenziò: “Ce l’ho messa tutta, mi sono fatto carico di fare anche quello che toccava ad altri. Oggi prendo atto che non ci sono più né una maggioranza né un Consiglio comunale che abbiano voglia di andare avanti”

Una risposta a “Protesta di Cialente, non andro’ a Montecitorio”

  1. burlanda ha detto:

    Sono Aquilano d’adozione. Hai tutta la mia stima e solidarietà ! Non credo di essere il solo. Vai avanti con serenità siamo con Te

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