Crisi portoghese e summit europeo

La bocciatura in Parlamento delle misure di austerità (che prevedevano un aumento delle imposte sul valore aggiunto e tagli a sussidi e stipendi pubblici) e le conseguenti dimissioni del primo ministro José Socrates, aprono una grave crisi in Portogallo, che costringerà, quasi certamente, il Paese a chiedere il soccorso del Fondo europeo (Efsf), come è […]

La bocciatura in Parlamento delle misure di austerità (che prevedevano un aumento delle imposte sul valore aggiunto e tagli a sussidi e stipendi pubblici) e le conseguenti dimissioni del primo ministro José Socrates, aprono una grave crisi in Portogallo, che costringerà, quasi certamente, il Paese a chiedere il soccorso del Fondo europeo (Efsf), come è già avvenuto per Grecia e Irlanda. La decisione di Socrates e’ arrivata alla vigilia del vertice Ue centrato sui meccanismi anticrisi dell’Unione europea, con una dichiarazione molto allarmante del premier socialista, che ha detto: “Ci saranno conseguenze gravissime sulla fiducia nel Portogallo da parte delle istituzioni e dei mercati finanzari”. Secondo il quotidiano portoghese “Publico”, Eurostat ha chiesto a Lisbona di integrare nel calcolo del deficit dell’anno scorso anche le perdite della Banca Bnp (2 miliardi), coperte dallo Stato e questo complica grandemente la situazione economica del Paese. Per ora, comunque, la crisi politica portoghese non ha influenzato i mercati azionari, che sono in crescita sia a Wall Street che nelle Borse Europee, mentre le preoccupazioni per il deteriorarsi degli scenari internazionali sono state espresse dai prezzi del petrolio, salito ai nuovi massimi di periodo (105,5 $ il Wti a New York e 115,4 $ il Brent a Londra), dal nuovo record dell’oro (a 1.440 $) e dell’argento (37,3 $) su cui si sono infittiti gli acquisti da parte degli investitori in cerca di protezione. In questo contesto, la seppur contenuta esuberanza dei mercati azionari sembrerebbe un non senso. Invece, come scrive il Sole 24 Ore, c’è una logica: la scommessa da parte degli operatori di una nuova ondata di quantitative easing (Qe) negli Usa (immettere liquidità attraverso l’acquisto di titoli di stato o di bond), appena si sarà conclusa a giugno la seconda fase. Il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva ha già avviato colloqui con i partiti presenti in parlamento ”al fine di risolvere la situazione politica che deriva dalla richiesta di dimissioni del primo ministro”, ma è indubbio che il Portogallo si trova di fronte alla peggiore crisi finanziaria degli ultimi 30 anni, a cui si aggiunge anche una crisi politica, con quasi sicura necessità di elezioni anticipate al più presto. Secondo i sondaggi, a prendere il posto al governo sarà il partito Psd di Passos Coelho, leader del partito di centro-destra Psd, che, negli ultimi giorni, in previsione dell’imminente crisi politica, ha inviato messaggi rassicuranti verso i mercati e i partner europei, garantendo che se prenderà in mano le redini del Paese manterrà gli impegni di massima presi da Socrates: riportare il deficit al 3% nel 2012, al 2% nel 2013. Una prospettiva che potrebbe però essere complicata anche dalla possibile revisione del deficit per il 2010 dal 7% previsto dal governo a un possibile 8%. Comunque sia, la bocciatura del piano di austerità, il quarto dall’inizio della crisi e la caduta di Socrates potrebbero ora spingere il Paese verso quel piano di salvataggio Ue-Fmi, già scattato per Grecia e Irlanda, che il governo socialista ha tentato finora di evitare. Una situazione che ha fatto salire la pressione dei mercati sul debito sovrano del Portogallo. Ieri, il rendimento del titolo di Lisbona a cinque anni è schizzato oltre l’8%, mentre gli interessi a 10 anni hanno raggiunto i cinque punti base, fino al 7,54%, lo stesso livello al quale la Grecia e l’Irlanda sono state riscattate. Come dicevamo la crisi portoghese si è aperta alla vigilia del summit dell’Ue, in cui, per 48 intensissime ore, i capi di stato e di governo dei Paesi dell’Unione discuteranno di Portogallo, Libia e Giappone e il pacchetto di misure per la stabilità finanziaria e la ripresa economica dell’Eurozona. In un comunicato di ieri che anticipa il summit, emerge che il Consiglio europeo analizzerà il pacchetto di misure per la stabilità finanziaria e la ripresa economica dell’Eurozona. Ciò include l’approvazione finale del Meccanismo di stabilità europeo (Esm), il nuovo fondo che entrerà in funzione dal 2013. Nessuna decisione definitiva invece per quanto riguarda l’allargamento del fondo di salvataggio europeo (Efsf), da 250 a 440 miliardi di euro, con decisione rinviata a metà anno.

Carlo Di Stanislao

 

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