Ora della Terra: Wwf, sabato giro del Mondo a luci spente

Cresce la geografia dell’Ora della Terra, il grande evento globale Wwf per la lotta al cambiamento climatico che sabato 26 marzo, dalle 20.30 alle 21.30, spegnerà luoghi simbolo ed edifici privati in più di 130 Paesi del mondo. E che per la prima volta vedrà protagonisti il Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze […]

Cresce la geografia dell’Ora della Terra, il grande evento globale Wwf per la lotta al cambiamento climatico che sabato 26 marzo, dalle 20.30 alle 21.30, spegnerà luoghi simbolo ed edifici privati in più di 130 Paesi del mondo. E che per la prima volta vedrà protagonisti il Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze insieme a decine di iniziative in tutta Italia. Si spegneranno Ponte Vecchio e Palazzo Vecchio a Firenze, come il Pirellone e il Castello Sforzesco a Milano, la Torre di Pisa, Piazza del Campo a Siena, il maschio Angioino di Napoli, le Torri degli Asinelli a Bologna, la Basilica di Superga a Torino, piazza Pretoria a Palermo, la piazza del Duomo di Siracusa, la fortezza Albornoz di Urbino, la cattedrale e il Castello di Federico II a Lucera. E per il terzo anno consecutivo scende in campo con l’associazione del Panda anche il capitano della Roma Francesco Totti, mentre sul ‘green carpet’, in Piazza Navona a Roma, saranno presenti Christian De Sica e Massimiliano Rosolino. “L’Italia sostenibile e a emissioni zero non è una chimera, ma una realtà possibile e già avviata in alcune realtà del nostro territori” afferma il Wwf che presenta una prima mappa di modelli virtuosi ‘made in Italy’, un”avanguardia sostenibilé fatta di Comuni, Province, imprese o gruppi di cittadini, che attraverso misure tecnologicamente avanzate o semplici accorgimenti per ottimizzare risorse ed energia, stanno riducendo notevolmente il proprio impatto sul pianeta e che se fossero “clonati” da tutti gli 8.000 Comuni, dalle 110 province, dalle migliaia di imprese e gruppi di cittadini presenti sul nostro territorio, “potrebbero davvero trasformare l’Italia, facendo guadagnare l’intero Paese in equilibri ambientali, benessere economico e sociale, qualità della vita e sicurezza”. Se, per esempio, gli 8.000 Comuni italiani facessero come il quartiere di Bagnoli nel Comune di Napoli, dove la raccolta differenziata porta a porta è arrivata alla strabiliante cifra del 91%, nel 2020 l’Italia potrebbe essere un paese a rifiuti 0. Se imitassero Lodi, sarebbero tutti illuminati con lampade Led o con lampade di ultima generazione, tagliando così il consumo di energia elettrica del 50%. Se tutti facessero come Corchiano (Viterbo), che ha una percentuale di riciclaggio dei rifiuti dell’80-85%, raccoglie l’olio alimentare per farne biodiesel per i veicoli comunali, fornisce acqua dalle fontanelle pubbliche, detersivi alla spina e biciclette alla polizia locale, avremmo solo Comuni virtuosi da dieci e lode. “Oggi le città sono le maggiori fonti di emissione di Co2 (circa l’80%) e nei prossimi tre decenni la popolazione globale continuerà a crescere, soprattutto nelle zone urbane – ha concluso Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia – Ma come dimostrano anche i modelli virtuosi già esistenti sul territorio italiano, le città possono diventare veri centri di innovazione culturale e tecnologica e avviare dal basso il futuro sostenibile di cui l’Italia e il mondo hanno bisogno”.

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