L’ultima diva

Si è fatta seppellire accanto al’ultimo vero amico, caro come le fu caro il sofferente James Dean: Michael Jackson, dopo un funerale in forma strettamente privata e con un “arrivo” da vera star: in ritardo di 15 minuti, ma con un corteo da vera imperatrice. Aveva 79 anni ed era l’ultima sopravvissuta di un certo […]

Si è fatta seppellire accanto al’ultimo vero amico, caro come le fu caro il sofferente James Dean: Michael Jackson, dopo un funerale in forma strettamente privata e con un “arrivo” da vera star: in ritardo di 15 minuti, ma con un corteo da vera imperatrice. Aveva 79 anni ed era l’ultima sopravvissuta di un certo star system, ormai tramontato ed in declino. Ieri sera, le televisioni americane hanno mostrato le immagini di un lungo corteo di limousine nere, sfilare nel famoso cimitero Forest Lawn Memorial Park, a Glendale, le ultime  di Liz Taylor, al secolo Elizabeth Rosemond Taylor, una donna dall’apparenza di una cucciola timida e maliziosa, che in realtà è stata la più stravagante e capricciosa diva di tutti i tempi. Sul grande schermo vestì il ruolo della bella ragazza ricca, ma tanto infelice. Emerse da un cumulo di giovani attori per un fortuito caso di rifiuto: Grace Kelly avrebbe dovuto interpretare Il Gigante ma non era disponibile. Allora, la produzione puntò su di lei e fece centro. L’alchimia creata sul set con i suoi amici Rock Hudson e James Dean contribuì alla buona riuscita del film e portò alla fama tutti e tre gli interpreti. A questo titolo ne seguirono molti altri nei quali Liz, che aveva la particolarità di avere gli occhi viola, vestì i panni della sfrontata fanciulla del Sud, inquietante al maschio, tenebrosa per le donne e sensuale per entrambi i sessi. Furono proprio questi ruoli a fruttarle ben tre nominations di fila per l’Oscar (L’albero della vita, La gatta sul tetto che scotta, Improvvisamente l’estate scorsa), conquistato solo due volte in tutta la sua carriera. Negli anni Settanta le offrirono drammi, commedie e thriller. Ma i ruoli furono troppo vecchi per quel cinema che stava mutando. A volte, per non rimanere ferma, accettò anche ruoli ridicoli fino a quando, negli anni Ottanta, si ammalò e piombò nell’oscurità della dipendenza da alcol e droghe. Intossicata, in preda a una fame compulsiva, raggiunse gli ottanta chili di peso. Decisa a guarire, entrò nella clinica privata Betty Ford Center, dove trovò un nuovo amore, recuperò la linea perduta e ritornò a lavorare con nuova e inesauribile carica. Le piaceva stare in compagnia degli amici, per questo accettò di partecipare ai film di Franco Zeffirelli, suo intimo fan. L’ultima apparizione fu quella spassosissima in I Flintstones, dove fu la suocera del cavernicolo Fred. Poi si gettò anima e corpo a iniziative sociali, tanto da ottenere (meritatamente) la Legion d’Onore per la lotta contro l’AIDS, la malattia che uccise il suo migliore amico Rock Hudson e il titolo di Lady direttamente dalle mani della Regina Elisabetta. l suo primo film fu There’s One Born Every Minute (1942) di Harold Young con Carl Switzer (meglio conosciuto come l’Alfalfa delle Simpatiche canaglie), realizzato quando lei aveva appena dieci anni. Fu un colossale flop che spinse la Universal ad annullare il contratto, alla faccia di chi, come l’agente della Taylor, Myron Selznick (fratello del più famoso David O. Selznick), vedeva in lei un grande talento. “Non sa cantare, non sa ballare, non sa fare nulla”, questo fu il responso della Universal che, per di più, mal sopportava Sara Taylor. “Mia madre diceva che quando sono nata ho tenuto gli occhi chiusi per una settimana. Quando li ho aperti, la prima cosa che ho visto è stato un anello di fidanzamento”. Già dalla culla, Elizabeth Rosemond Taylor dimostrò di saper attrarre l’attenzione sui suoi celebri occhi viola. Mentre per ricevere il primo anello di fidanzamento, un diamante di tre carati e mezzo, avrebbe dovuto aspettare qualche anno. Poi la sua vita sentimentale è stata ricca e tempestosa, sposata otto volte e con  sette mariti (poiché Burton lo ha sposato due volte) e, secondo il settimanale britannico “The Sunday Express”, col desideroso di farlo una nona volta con un fotografo di origini iraniane di nome Firooz Zahedi, diciassette anni più giovane di lei. Ha avuto due figli con Wilding, Michael Howard Wilding (nato il 6 gennaio 1953) e Christopher Edward Wilding (nato il 27 febbraio 1955), ed una figlia, Liza, da Mike Todd,(nata il 6 agosto 1957). Nel 1964 lei e Fisher iniziarono le pratiche per l’adozione di una bambina, poi in seguito adottata da Burton, Maria Burton (nata il 1º agosto 1961). Durante il suo matrimonio con Hilton, la Taylor si convertì al Giudaismo (dopo aver fatto parte della Chiesa Anglicana dalla nascita). E’ sopravvissuta alle grandi colleghe del suo tempo, da Rita Hayworth a Marilyn Monroe ed è scomparsa come una grande diva, sontuosamente, visibile e distante dagli occhi degli spettatori. Nei prossimi giorni, ma la data non e’ stata ancora comunicata, si terra’ una cerimonia aperta al pubblico ed anche questo fa parto di un divismo ormai passato

Carlo Di Stanislao

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