Anci a Mosca per spot ideato da Oliviero Toscani

 La scarpa italiana abbinata ai simboli della cucina del Belpaese per unire due delle eccellenze del nostro Paese: è lo ‘spot’ ideato da Oliviero Toscani per la nuova campagna pubblicitaria dell’Anci (l’associazione dei calzaturieri italiani) presentata ieri a Mosca dallo stesso Toscani, alla presenza dell’ambasciatore italiano a Mosca Antonio Zanardi Landi. Una data non causuale: […]

 La scarpa italiana abbinata ai simboli della cucina del Belpaese per unire due delle eccellenze del nostro Paese: è lo ‘spot’ ideato da Oliviero Toscani per la nuova campagna pubblicitaria dell’Anci (l’associazione dei calzaturieri italiani) presentata ieri a Mosca dallo stesso Toscani, alla presenza dell’ambasciatore italiano a Mosca Antonio Zanardi Landi. Una data non causuale: proprio ieri nella capitale russa è stata inaugurata ‘Obuv. Mir Kozhi’, la più importante manifestazione specializzata russa di calzature e pelletteria, promossa dall’Anci e Fairsystem, società del gruppo Bolognafiere, con il supporto dell’Istituto per il commercio estero (Ice). La parte del leone è italiana, con 210 espositori su 300, a conferma del successo della scarpa italiana in Russia, quarto Paese per l’export di settore con 5,5 milioni di paia di calzature vendute nei primi undici mesi del 2010, per un valore di 410 milioni di euro (+20% in quantità e +14% in valore sullo stesso periodo del 2011). “Grazie a questi incredibili artigiani, l’Italia produce le più belle scarpe del mondo, che sono la punta di diamante del made in Italy”, ha sottolineato Toscani, che in un noto ristorante italiano di Mosca si è fatto affiancare dallo chef Davide Scabin del pluristellato Combal Zero di Rivoli (Torino) per illustrare il binomio calzature-cucina. “Ho scelto di abbinare la scarpa ad una composizione tricolore fatta da un pomodoro, una fetta di mozzarella e un ciuffo di basilico per esaltare gusto e bellezza in una immagine di semplicità e tradizione”, ha spiegato, ricordando che l’Italia ha anche la forma dello stivale e forse l’unica bandiera “basata sul cibo”. “L’obiettivo è quello di invogliare i consumatori ad acquistare le nostre scarpe con la certezza di ritrovarvi le stesse qualità e gli stessi valori che rendono la cucina italiana universalmente apprezzata”, gli ha fatto eco il presidente dell’Anci Vito Artioli. “Credo che a breve, per il nostro export, la Russia scavalcherà gli Usa”, ha osservato Artioli, ricordando la maturazione del mercato russo con l’evoluzione “da un gusto medio più aggressivo che ignorava il prezzo ad un gusto sempre più vicino a quello occidentale e più sensibile ai costi”. Un mercato dove l’Italia si impone, ha precisato, “non solo e non tanto con le grand griffe ma anche e soprattutto con produttori meno noti, aggredendo il mercato medio alto con un valore medio elevato”. I calzaturieri italiani, tuttavia, come emerso oggi dalla fiera Obuv, devono fare i conti con i tempi lunghi delle dogane russe e, nel resto del mondo, con la forte divergenza di dazi sull’export con Paesi extraeuropei produttori di calzature: un Paese emergente come il Brasile, per esempio, paga l’8% contro il 35% imposto agli italiani, ulteriormente penalizzati dagli alti dazi sull’import delle pelli brasiliane.

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