Comuni: Ifel, federalismo frenato con patto stabilità

L’appuntamento con il federalismo municipale rischia di risolversi negativamente per i Comuni italiani, che sollecitano esecutivo e Parlamento a fare un cambio di passo. L’occasione per la stesura dell’ennesimo cahier de doleances è stata oggi la presentazione del Rapporto annuale dell’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale legato all’Anci. In prima fila il Patto […]

L’appuntamento con il federalismo municipale rischia di risolversi negativamente per i Comuni italiani, che sollecitano esecutivo e Parlamento a fare un cambio di passo. L’occasione per la stesura dell’ennesimo cahier de doleances è stata oggi la presentazione del Rapporto annuale dell’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale legato all’Anci. In prima fila il Patto di stabilità, ma anche i presunti privilegi delle Regioni a Statuto Speciale, fino alla necessità di una contabilità uniforme e l’aumento della disparità di spesa tra Comuni del Nord e del Sud. “E’ giusto operare un controllo attento sull’indebitamento dei Comuni, ma questi debbono essere liberi di spendere”, ha detto il segretario generale dell’Anci, Angelo Rughetti, nel corso della presentazione del rapporto, alla presenza tra gli altri del responsabile della Finanza locale dell’Associazione dei Comuni Salvatore Cherchi e del presidente e del direttore scientifico dell’Ifel, Giuseppe Ferrari e Silvia Scozzese. “La necessità di rivedere il patto di stabilità “é più che evidente se si analizza – ha attaccato Rughetti – il surplus di entrate che i Comuni archiviano ogni anno”. Non ha poi mancato di sottolineare un dato emerso dal rapporto, vale a dire “un aumento sostanziale della differenza di spesa tra nord e sud, che in conto capitale pro capite è pari a 251 euro per il sud, 274 per il centro e 320 euro per il nord”. Rughetti ha poi chiesto di rendere quanto prima operativo il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul Patto di stabilità: “se ciò dovesse tardare ancora – ha avvertito – i Comuni continueranno ad avere serie difficoltà a redigere i bilanci”. Un’ultima stoccata il segretario generale dell’Anci l’ha riservata ai Comuni delle Regioni a Statuto Speciale: nel corso del 2011 “ci batteremo per cancellare le sperequazioni fiscali presenti in questo momento nel nostro Paese: su tutte i privilegi delle Regioni a Statuto Speciale”. Senza dimenticare però di sollecitare per i Comuni “un trattamento analogo a quello delle Regioni, le quali godono della clausola di salvaguardia e di una fiscalizzazione dei trasferimenti in contro capitale per 1,5 miliardi di euro”. Il Rapporto dell’Ifel ha poi riportato l’attenzione su un tema già affrontato in questi mesi: la creazione di elementi contabili uniformi. “Questi – ha spiegato Scozzese – sono il presupposto necessario per una reale collaborazione interistituzionale. Senza questi elementi è molto difficile costruire quei meccanismi di governance multilivello necessari alla tenuta e al buon funzionamento del sistema”. Lo studio ha poi confermato che l’effetto dei tagli si farà sentire soprattutto da ora fino al 2012, e tutto ciò per effetto della manovra dello scorso anno che ha ridotto i trasferimenti erariali complessivamente per 2,5 miliardi di euro. Il tutto a fronte del miglioramento dei conti dei Comuni, che sono riusciti nonostante la crisi a chiudere il 2009 senza deficit e addirittura a stabilizzare un saldo positivo per 2,5 miliardi di euro.

Paolo Teodori

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