Immigrati: permessi a tempo, dubbi UE; Maroni, si programma

Gli oltre ventimila migranti arrivati quest’anno dalla Tunisia a Lampedusa non sono più clandestini, ma immigrati regolari. Questo l’effetto del decreto firmato oggi dal premier Silvio Berlusconi, che assegna loro il permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi. “Così potranno circolare liberamente nell’area Schengen ed andare verso la Francia o altrove”, è la posizione dell’Italia. […]

Gli oltre ventimila migranti arrivati quest’anno dalla Tunisia a Lampedusa non sono più clandestini, ma immigrati regolari. Questo l’effetto del decreto firmato oggi dal premier Silvio Berlusconi, che assegna loro il permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi. “Così potranno circolare liberamente nell’area Schengen ed andare verso la Francia o altrove”, è la posizione dell’Italia. Contestata però dalla Francia e da fonti europee. Intanto, il cambiamento di status porterà allo smantellamento delle tendopoli allestite. Sarà il nuovo commissario straordinario, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, a gestire d’intesa con le Regioni le sistemazioni per i tunisini col permesso e per i profughi in arrivo dalla Libia. Cambia dunque la strategia del Governo, inizialmente trainata dal “foera di ball” leghista. Le Regioni hanno ottenuto il superamento delle tendopoli stile Manduria a favore di un sistema di accoglienza diffusa – tipo quello proposto dalla Toscana, con strutture a capienza limitata – in grado di dare una sistemazione a 50mila migranti in tutto il Paese. “Passiamo – ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, nel corso di un’informativa in Parlamento – dalla fase acuta dell’emergenza a quella della programmazione condivisa che coinvolge la protezione civile, le Regioni, le Province e i Comuni”. Gabrielli farà entro dieci giorni un piano di accoglienza con un’equa distribuzione dei profughi sul territorio nazionale, verificando che ogni intervento abbia la copertura necessaria. Resterà invece in capo al Viminale la gestione dei clandestini, che troveranno posto nei Cie, una volta che dalle strutture usciranno i titolari del permesso temporaneo. Finora nel 2011 si sono registrati ben 390 sbarchi con complessive 25.867 persone arrivate; circa 21 mila i tunisini, mentre dalla Libia sono giunti 10 natanti e 2.300 migranti, quasi tutti somali o eritrei. Primo effetto del cambio di strategia è il ritiro delle dimissioni del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che ha “apprezzato la decisione di riconoscere il permesso di soggiorno per motivi umanitari, lo sforzo per una equa ripartizione territoriale dei clandestini, e non soltanto dei profughi, unitamente a concreti segnali di ridimensionamento di alcuni siti individuati nel Sud”. Altra vittoria delle Regioni è il decreto sulla protezione temporanea, in base all’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, inizialmente osteggiato da Maroni. Proprio questo è però uno dei punti più controversi. Il ministro ha spiegato che verrà “dato a coloro, e sono la stragrande maggioranza, che vogliono andare in Francia ed in altri Paesi. Sono esclusi i soggetti pericolosi, chi è destinatario di un provvedimento di espulsione, chi è stato denunciato per una serie di reati. Queste persone verranno messe nei Cie per procedere all’espulsione”. Sembra però che la mera concessione del permesso non sia sufficiente a consentire ai tunisini di uscire dall’Italia. Mentre la Francia ha promesso le barricate, la Commissione europea fa sapere che dare il documento non implica che queste persone abbiano un permesso automatico di muoversi liberamente nell’area Schengen. Il ministro ha annunciato che lunedì prossimo andrà al Consiglio Gai di Bruxelles per chiedere l’attivazione della direttiva Ue che prevede la protezione temporanea dei rifugiati. Ma si è detto pessimista. Il fatto, ha sottolineato, “é che la maggioranza degli Stati è contraria perché il provvedimento è l’affermazione del principio della condivisione degli oneri, con la redistribuzione dei migranti su tutto il territorio europeo. Dunque, credo che ci saranno problemi”. Da parte sua, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha citato “il parere autorevole dell’avvocatura dello Stato che spiega come l’articolo 20 si applica all’area Schengen”. Il rischio concreto è che i titolari del permesso temporaneo possano sì muoversi liberamente, ma solo in Italia. Altra incognita è la tenuta dell’intesa con la Tunisia su stop a partenze e rimpatri dei migranti che arriveranno dalla firma dell’intesa in avanti. “Sulla carta – ha ammesso il titolare del Viminale – l’accordo c’é: si tratta ora di farlo applicare, per questo il governo ha costituito un gruppo di lavoro che segue le procedure”. E si è ormai aperto il fronte Libia. “Si stanno intensificando le partenze – ha spiegato – di persone che fuggono da guerre e terribili condizioni umane e possono essere ricomprese nella categoria dei profughi”. Bagarre, infine, in mattinata alla Camera dopo l’informativa del ministro, quando Pierfelice Zazzera (Idv) ha esposto in Aula un cartello con la scritta ‘Maroni assassino’. Il deputato è stato sospeso per due giorni ed ha chiesto scusa.

Massimo Nesticò

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