Vinitaly: non basta km 0, diamo ai turisti vera dieta mediterranea

L’Italia, che dal Cilento ha dato i natali alla dieta Mediterranea oggi patrimonio Unesco, “deve tornare a consumare e ad offrire ai tanti turisti che scelgono il Belpaese la vera dieta mediterranea. Non basta proporre prodotti a Km zero, senza conoscere la specifica cultura gastronomica che lega quel cibo all’area di produzione. Bisogna pensare il […]

L’Italia, che dal Cilento ha dato i natali alla dieta Mediterranea oggi patrimonio Unesco, “deve tornare a consumare e ad offrire ai tanti turisti che scelgono il Belpaese la vera dieta mediterranea. Non basta proporre prodotti a Km zero, senza conoscere la specifica cultura gastronomica che lega quel cibo all’area di produzione. Bisogna pensare il territorio attraverso la cucina e le sue tradizioni”. E’ l’appello del presidente dell’Accademia italiana della cucina Giovanni Ballarini, oggi al 45/mo Vinitaly, a cui ha immediatamente aderito il nutrizionista Giorgio Calabrese, presente ad un forum della Regione Campania, promosso dall’assessore Vito Amendolara con i presidente delle Camere di Commercio campane. “Il bacino di utenza della Dieta Mediterranea è di 47 Paesi, dove i consumatori apprezzano l’olio, il vino, le verdure, i cereali, come arma non-farmacologica, non per dimagrire, ma per mantenersi in salute” ha affermato Calabrese, nel lamentare che “in Italia si è persa la tradizione gastronomica e il valore di questo equilibrato regime alimentare per inseguire tendenze americanofile. Si liquida la parola Mediterranea pensando che sia il mare a connotare i prodotti alimentari, quando sono i cibi ad aver contribuito a rendere importante il Mare Nostrum. Ritroviamo – ha chiesto – lo spirito di Pollica, di Pioppi, del Cilento, e offriamo ai visitatori dell’Italia la cucina genuina a partire da quel che abbiamo in casa”. E nei Paesi esteri che ancora non hanno confidenza piena con la dieta Mediterranea “porteremo noi il vino” annuncia ancora Calabrese ma in veste di presidente Onav, l’organizzazione degli assaggiatori professionisti di vino. Che dopo aver aperto una sede a Pechino, nell’estate è in programma il taglio del nastro delle delegazioni Onav a Shanghai, per poi approdare a New York in autunno”. A favorire il recupero e il rilancio della dieta mediterranea potrebbero essere le proposte dell’Accademia italiana della Cucina che guarda con favore alla cucina interculturale. “Invece di demonizzare la cucina etnica – ha detto Ballarini – facciamo un cous cous all’italiana. Recuperiamo la coscienza sociale della cultura alimentare italiana e valorizziamo le differenze”. Anche attraverso il vino, ha auspicato il presidente Iasa (International Academy of sensory Analysis) Mario Fregoni nel ricordare che “il vino non è più un alimento, ma deve servire dal punto di vista sensoriale per meglio valorizzare gli abbinamenti cibo-vino. E per far del bene a chi approfitta delle vacanze per immergersi nella cultura gastronomica mediterranea, la dieta salva-bellezza. Ma una Regione come la Sardegna, che ha il record di centenari, offre vera cucina mediterranea ai 18 milioni di turisti che la visitano?” chiede provocatoriamente Fregoni. “Sono proprio i nostri centenari i testimonial – ha risposto prontamente il neo assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna Mariano Ignazio Contu – dell’alimentazione a base di pane, formaggio, latte, olio extra vergine, e un buon bicchiere di vino. Nella nostra isola l’offerta alimentare è perfettamente in linea con i dettami della dieta mediterranea in quanto equilibrata e genuina, senza intingoli. Perciò nell’isola si ha lunga vita, e spesso buona salute. Parola di medico”. E dopo tanti progetti di ricerca per la valorizzazione della cicerchia e dei cereali alla base del lavoro dei grandi pastai di Abruzzo l’assessore Mauro Febbo si è spinto a proporre un federalismo anche per la dieta Med: “facciamo la dieta mediterranea d’Abruzzo” ha detto presenziando il debutto della prima guida degli oli del Gambero Rosso con Unaprol e Mipaaf

Alessandra Moneti

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