Staminali: 3 studi che il mondo ci invidia, ma mancano i fondi

Le due settimane appena passate potrebbero essere ricordate come quelle che hanno segnato l”inizio della finé per alcune delle malattie genetiche più importanti che colpiscono l’uomo. Parkinson, Distrofia di Duchenne e Sla potrebbero ricevere un duro colpo dalle cure con le staminali le cui sperimentazioni di fase I stanno per iniziare con studi progettati e […]

Le due settimane appena passate potrebbero essere ricordate come quelle che hanno segnato l”inizio della finé per alcune delle malattie genetiche più importanti che colpiscono l’uomo. Parkinson, Distrofia di Duchenne e Sla potrebbero ricevere un duro colpo dalle cure con le staminali le cui sperimentazioni di fase I stanno per iniziare con studi progettati e fatti una volta tanto in Italia, tutti annunciati fra il 26 di marzo e il 6 di aprile. La terapia per la Sclerosi Laterale Amiotrofica con staminali cerebrali si deve al lavoro di Angelo Vescovi, che dirige la banca delle cellule staminali dell’ospedale di Terni ed è il direttore scientifico dell’Ospedale di Padre Pio di San Giovanni Rotondo, e che ha finalmente ricevuto il via libera da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Entro l’estate ai primi 20 pazienti verranno iniettate le cellule, e i primi risultati si avranno dopo circa un anno. Nello stesso periodo sempre su 20 pazienti verrà invece testata la terapia con staminali autologhe della ‘paralisi sopranucleare progressiva’ (Psp), un morbo molto simile al Parkinson che colpisce 6-7 persone ogni 100mila. Questa sperimentazione è promossa dalla Fondazione Grigioni – Istituti Clinici di Perfezionamento (Icp) e dalla Cell Factory del Policlinico di Milano. Della Distrofia di Duchenne si occuperà invece il San Raffaele di Milano, con un trial diretto da Giulio Cossu e finanziato in parte anche da Telethon, in cui i medici trapianteranno nei pazienti alcuni mesoangioblasti, ovvero staminali specializzate nel ricreare i muscoli, che sono state precedentemente ricavate da donatori appartenenti alla loro famiglia. “Si tratta di studi molto importanti, su patologie rilevanti e fatte da ricercatori di altissimo livello – commenta Carlo Alberto Redi, genetista dell’università di Pavia – si tratta di tre casi virtuosi di persone che sono riuscite a creare contesti fantastici in cui lavorare, e bisogna riconoscerne il merito”. Secondo l’esperto, però, queste tre ‘rondini’ non fanno primavera per il sistema della ricerca italiana: “L’Italia sconta un ritardo terribile dovuto alla mancanza di finanziamenti e di un progetto politico sulla ricerca – afferma il genetista – da noi ci sarebbero tanti altri ricercatori molto bravi, ma di cui non si riesce a valorizzare il lavoro”. A testimonianza della situazione Redi cita la ‘creativita” necessaria per reperire i fondi anche in questi tre casi, mettendola a confronto con la situazione degli altri paesi: “Nel caso di Vescovi, ad esempio, c’é stato l’intervento fondamentale di una persona molto intelligente come il vescovo di Terni, e ha collaborato anche il sindaco di Rifondazione della città umbra – spiega l’esperto – negli altri paesi i governi invece spendono moltissimo, si pensi che la Spagna di Aznar investiva 113 milioni di euro su un solo progetto quando l’Italia ne metteva 5 su tutto il settore. Recentemente – racconta Redi – sono stato chiamato a giudicare 64 progetti in Germania, e quando ho chiesto al ministro tedesco quale fosse il budget mi ha risposto ‘professore, lei mi dica quali sono buoni e li finanziamo’. In pratica non c’era un limite al budget, una situazione che qui ci sognamo.

Una risposta a “Staminali: 3 studi che il mondo ci invidia, ma mancano i fondi”

  1. Claudio_desimone ha detto:

    vorrei notizie riguardo le staminali dei risultati dei pazienti grazie

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