Moda italiana in calo, boom outlet

La moda italiana patisce ancora gli effetti della crisi economica e nel 2010 registra un calo della produzione (-20,4% rispetto al 2009) e un aumento della disoccupazione, che supera il 10% in 15 regioni italiane (Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). Se da una parte calano gli […]

La moda italiana patisce ancora gli effetti della crisi economica e nel 2010 registra un calo della produzione (-20,4% rispetto al 2009) e un aumento della disoccupazione, che supera il 10% in 15 regioni italiane (Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). Se da una parte calano gli acquisti in Italia, dall’altra è un vero boom per la presenza di outlet nella penisola. E’ quello che è emerso dai dati elaborati da Federazione Moda Italia diffusi oggi da Confcommercio nel corso del convegno organizzato a Firenze “Moda e studi di settore: la moda cerca nuovi spazi, quali prospettive”. Nel 2009 il consumo di abbigliamento al dettaglio indipendente è sprofondato a livelli più bassi di quelli raggiunti nel 1993, segnando un -6% (nel ’93 aveva segnato -4,5%). Performance negative anche per il comparto della pelletteria, che nel 2008 ha visto crollare i consumi (-5,5%) ed e’ tuttora in area negativa (-1,4% nel 2010). In calo soprattutto i consumi di cinture (-0,9%), borsette (-1,6%), valigie (-0,8%), portafogli (-8 %). Crescono invece gli acquisti negli outlet e nelle catene. Secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano ed elaborati dalla Federazione Moda Italia, nel 1995 predominava la vendita al dettaglio (70%) rispetto all’altro canale di distribuzione (30%). Nel 2010 invece il rapporto si è ribaltato, con il 38% in favore del dettaglio e il 62% per grande distribuzione, outlet e catene. Il boom degli outlet riguarda soprattutto la presenza sul territorio nazionale: nel 2005 c’erano 18 outlet ad occupare una superficie totale di 435 mila mq, nel 2010 se ne contano ben 34 su 810 mila mq.

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