Galassie lontane, stelle, comete, asteroidi schedate da Wise con scoperte sorprendenti

Un poderoso archivio di centinaia di milioni di oggetti astronomici, molti dei quali inediti. Galassie lontane, stelle, comete, asteroidi catalogati per nome, località, indirizzo cosmologico e tanto di descrizione tecnica.  Un censimento in piena regola, insomma, che assomiglia molto alle pagine gialle del cielo. È la collezione raccolta in circa un anno di osservazioni dal […]

Un poderoso archivio di centinaia di milioni di oggetti astronomici, molti dei quali inediti. Galassie lontane, stelle, comete, asteroidi catalogati per nome, località, indirizzo cosmologico e tanto di descrizione tecnica.  Un censimento in piena regola, insomma, che assomiglia molto alle pagine gialle del cielo. È la collezione raccolta in circa un anno di osservazioni dal telescopio a infrarossi WISE della NASA, una sorta di fratello dell’osservatorio HERSCHEL dell’ESA.

Lanciato nel dicembre del 2009, con l’intento di scandagliare il cielo a quattro differenti lunghezze d’onda della luce, WISE ha collezionato fino ad oggi 2,7 milioni di immagini, ora raccolte in uno sconfinato database online messo a disposizione della comunità astronomica internazionale. Nel censimento, sono stati scoperti moltissimi nuovi oggetti. Tra questi 20 comete, più di 33 mila asteroidi tra Marte e Giove e 133 NEO, Near Earth Object, corpi che orbitano in una fascia compresa entro 45 milioni di chilometri da Terra.
La schedatura del cielo non è ancora finita. Per ora WISE ha perlustrato palmo a palmo il 57 per cento del cielo. La parte rimanente verrà completata per la primavera del 2012, tra un anno. Quando sarà ultimato, le pagine gialle del cielo nell’infrarosso dovrebbero contenere almeno il doppio delle voci attuali.
Per gli astronomi queste raccolte hanno un grosso valore perché permettono di studiare grandi popolazioni di oggetti, individuare candidati per osservazioni mirate con altri telescopi come HERSCHEL, e riservano spesso delle sorprese. Nel mucchio si trova sempre qualche perla.

Daniela Cipolloni-Inaf

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