“Prossimità contro il disagio” : sportelli in aiuto dei più deboli all’Aquila

La creazione di legami sociali all’interno di aree urbane ed extraurbane disgregate per effetto soprattuto del sisma del 6 aprile 2009 è l’obiettivo principale del progetto “Si può Fare” gestito ormai da qualche mese dall’Associazione Solidarietà Famiglia Onlus dell’Aquila; ricorderete a tal proposito l’apertura degli sportelli di Bazzano presso il progetto C.A.S.E. e del Torrione. […]

La creazione di legami sociali all’interno di aree urbane ed extraurbane disgregate per effetto soprattuto del sisma del 6 aprile 2009 è l’obiettivo principale del progetto “Si può Fare” gestito ormai da qualche mese dall’Associazione Solidarietà Famiglia Onlus dell’Aquila; ricorderete a tal proposito l’apertura degli sportelli di Bazzano presso il progetto C.A.S.E. e del Torrione.
La speranza dei gestori del progetto è legata alla continuità nel tempo delle iniziative; in altre parole si confida in futuri interventi pubblici per favorire e potenziare in maniera stabile le opportune soluzioni alle tensioni sociali post-sisma, attraverso una continuità nel tempo degli stessi sportelli.
Ma cosa sono gli sportelli così detti di  “prossimità’”? Sono un luogo prossimo alla comunità, ovvero vicino e facilmente  fruibile ed accessibile. Di esperienze di questo genere in Italia ne esistono diverse anche grazie alla legge 328/2000 che prevede appunto l’apertura in tutti i comuni, ma soprattuto all’interno dei quartieri, di sportelli sociali.
Gli sportelli di Bazzano, del Torrione e di tutte le altre esperienze italiane, sono gestiti dagli “operatori di prossimità’” ovvero persone attente, motivate, accoglienti, riconoscibili (sono sempre  gli stessi e pronti a svolgere con continuità il loro ruolo), preparati e  competenti (formati e con a disposizione tutti gli strumenti per poter essere informati e cercare di dare risposte o di trovarle insieme alle più svariate richieste), ma soprattutto con una grande predisposizione personale all’ascolto. Gli sportelli principalmente offrono ascolto, informazione, orientamento ed accompagnamento.
Saper ascoltare e saper riconoscere il disagio, il bisogno, la richiesta ed il problema sono la caratteristica principale delle attività che, nel caso del progetto “Si può Fare” potrebbero terminare la prossima estate, se non interverranno fatti nuovi. Dio solo sa quanto c’è ancora bisogno di informare ed orientare le famiglie  e  i cittadini sui servizi pubblici sociali e socio-sanitari promossi dagli enti locali e dall’ASL e sui servizi già esistenti sul territorio promossi dall’associazionismo locale e da organismi privati.
In queste settimane si stanno raccogliendo  e smistando i bisogni e le  istanze cercando di fare da filtro  verso i vari servizi sociali e socio sanitari pubblici e privati. L’appello che viene lanciato è quello di non lasciare più sole le persone sinora assistite; si tratta di accompagnare, fare da tramite o realizzare visite domiciliari se richieste; il tutto, appare ovvio, all’insegna della continuità.
Non è necessario ricordare che dopo due anni dal sisma del 6 aprile 2009, vi è una oggettiva difficoltà individuale di procurarsi informazioni, orientarsi tra i servizi e questo sintomo spesso si traduce in un  disagio che a lungo andare può causare una vera e propria emarginazione sociale.
Un’altra funzione dello sportello di prossimità’ e’ anche la “mediazione sociale”   ovvero il rispondere ai conflitti con cui ci si trova a confrontarci tutti i giorni che possono essere quelli  di vicinato, di quartiere,familiari, interculturali e di ambiente.
La mediazione, quindi, è un procedimento di risoluzione dei conflitti attraverso      l’interposizione e di un terzo  professionista, neutrale e imparziale, che facilita le parti in una soluzione pacifica del loro problema.
Grazie alla mediazione sociale c’è la possibilità di affrontare e risolvere i problemi in modo non conflittuale ma costruttivo, affidando a degli esperti la ricomposizione dei dissidi, per individuare, rapidamente e senza costi, una soluzione concordata e soddisfacente per tutti. 
Pensiamo che sia importante avere a disposizione dei “servizi di prossimità” che presentano queste caratteristiche e sarebbe bello riuscire a diffonderli magari nelle altre aree abitative e negli altri insediamenti abitativi del progetto C.A.S.E.; a tal proposito nei giorni scorsi è stat inoltrata una richiesta formale all’Assessore alle Politiche sociale del Comune dell’Aquila Stefania Pezzopane illustrando appunto la necessità di non far terminare una così preziosa iniziativa.
Attraverso le azioni di questi sportelli l’Associazione Solidarietà Famiglia onlus dell’Aquila  intende contribuire al miglioramento della qualità della vita sociale dei quartieri, in un’ottica di sicurezza urbana partecipata e integrata. Se l’iniziativa progettuale potrà avere un seguito, anche la promozione di eventi aggregativi con i cittadini (carnevale, feste di quartiere, capodanno, tornei sportivi) favorirà il recupero o lo sviluppo di un senso di appartenenza ai territori, stimolando la consapevolezza che è possibile “fare insieme” e migliorare le condizioni sociali e urbanistiche della comunità aquilana.

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