Truffe vip: la Procura, nessun accertamento su Bankitalia

Nell’inchiesta romana sulla maxitruffa attribuita ad un gruppo di operatori finanziari che operavano prevalentemente nel quartiere Parioli sono tre gli indagati per riciclaggio di danaro ritenuto di provenienza illecita. Si tratta di un investitore e di altre due persone a lui vicine. Bocche cucite, a piazzale Clodio, sui loro nomi, ma uno di questi è […]

Nell’inchiesta romana sulla maxitruffa attribuita ad un gruppo di operatori finanziari che operavano prevalentemente nel quartiere Parioli sono tre gli indagati per riciclaggio di danaro ritenuto di provenienza illecita. Si tratta di un investitore e di altre due persone a lui vicine. Bocche cucite, a piazzale Clodio, sui loro nomi, ma uno di questi è certamente Gianfranco Lande, il titolare della Egp-Italia considerato la mente della megatruffa da 170 milioni di euro. Quella del riciclaggio è un’ipotesi di reato emersa dopo il blitz del 24 marzo scorso culminato nell’arresto di cinque persone per associazione a delinquere di carattere transnazionale finalizzata ai reati di abusivismo finanziario, al compimento di reati di truffa e di appropriazione indebita, nonché ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. Sono, oltre a Lande, Raffaella e Andrea Raspi Roberto Torregiani e Gian Piero Castellacci De Villanova. Mentre prosegue l’attività di sequestro di beni mobili ed immobili riconducibili agli arrestati (finora per un valore di 15 milioni di euro) proseguono anche gli accertamenti sul ruolo degli istituti di credito, tra cui  la Cassa di Risparmio dell’Aquila (Carispaq), utilizzati dal gruppo di broker per verificare eventuali omissioni legate alle comunicazioni agli organi di vigilanza. Oggi la Procura di Roma ha smentito la circostanza, appresa ieri a piazzale Clodio, di verifiche anche sul conto di Bankitalia. “La procura – ha dichiarato il procuratore Giovanni Ferrara – precisa che l’indagine in corso sulla cosiddetta ‘truffa dei Parioli’ non riguarda alcuna struttura della Banca d’Italia che, anzi, ha fornito la consueta, spontanea ed efficace collaborazione al pubblico ministero”. Tra le conseguenze patite da chi ha investito, senza alcun recupero, i propri soldi con il “Madoff dei Parioli” va segnalato il caso di Anna Maria Coppola, sessantenne romana. Ha perso 878 mila euro, ovvero il ricavato della vendita di tre appartamenti e della licenza di un ristorante, investiti per creare una rendita al figlio. Questi, 24 anni, affetto da problemi psichici, ha avuto una crisi di ansia quando si è reso conto che la madre era stata raggirata, ed è sparito per due giorni. Poi è rincasato nell’abitazione della zia, a Formia, dove vive. “La signora Coppola – ha commentato l’avvocato Marco Milillo – si costituirà parte civile nella speranza di recuperare qualcosa. Ora vive in affitto ed il canone è pagato dalla sorella. La donna fa lavori saltuari per pagare le bollette e può garantirsi la spesa grazie a buoni pasto che le vengono regalati da amici”.

Francesco Tamburro

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