Delitto Rea: investigatori, corsa contro tempo e pioggia

Sono al lavoro su vari fronti e con fretta spasmodica gli investigatori che debbono fare luce sull’omicidio di Carmela Melania Rea, la giovane donna scomparsa sul colle San Marco di Ascoli Piceno il 18 aprile e trovata uccisa a coltellate due giorni dopo in una pineta del Teramano. Fretta perché i luoghi in cui si […]

Sono al lavoro su vari fronti e con fretta spasmodica gli investigatori che debbono fare luce sull’omicidio di Carmela Melania Rea, la giovane donna scomparsa sul colle San Marco di Ascoli Piceno il 18 aprile e trovata uccisa a coltellate due giorni dopo in una pineta del Teramano. Fretta perché i luoghi in cui si è dipanata la vicenda vengono gradatamente ‘inquinati’: ieri sul colle San Marco sono arrivate centinaia di persone per celebrare secondo tradizione il 25 aprile e la festa del santo, mentre nel Bosco delle Casermette, dove probabilmente Melania ha lottato con il suo carnefice, sono giunti a frotte i “turisti dell’orrore”. E oggi è anche caduta la pioggia sulla pineta abruzzese, invasa per di più da troupe televisive, che hanno inscenato ricostruzioni varie del presunto corpo a corpo, a beneficio dei telespettatori. Ma poiché la presenza dell’uomo non cancella tutto, oggi sono tornati sul pianoro del San Marco e tra i boschi del Teramano i cani molecolari, specializzati nell’individuazione di tracce biologiche. Che hanno trovato qualcosa circa un chilometro prima del pianoro, in un campetto nella piccola frazione di Colle, una manciata di case, dove sono state repertate alcune tracce. Una deviazione supportata da una testimonianza raccolta oggi: un uomo ha raccontato di avere visto, quel 18 aprile intorno alle 15:30-16 una donna che correva verso il pianoro, con fare concitato. Ma non ha saputo identificare con precisione quella figura femminile. Se era Melania, che cosa faceva così lontano dal bar ristorante ‘Il cacciatore’ dove – così aveva detto al marito Salvatore Parolisi – era andata a cercare un bagno pulito? E perché stava correndo? In queste ore, gli sforzi degli investigatori, che hanno ascoltato parecchie persone già sentite nei giorni scorsi, è di ricostruire con precisione tutti gli spostamenti di Melania, del marito e della loro figlioletta di 18 mesi prima che salvatore lanciasse l’allarme. Gli inquirenti cercano in particolare un testimone che potrebbe essere stato nel Bosco delle Casermette molto prima del ritrovamento del cadavere, addirittura il giorno stesso della scomparsa, e che sia in grado di riferire sullo stato dei luoghi. Intanto è entrato in campo un profiler dei carabinieri, specializzato nell’analizzare la scena del crimine e in base a quella ricostruire un identikit psicologico dell’assassino. Il procuratore di Ascoli Piceno Michele Renzo parla di “un’indagine complessa che speriamo possa diventare semplice”.”Stiamo setacciando un’area molto vasta tra il luogo della scomparsa e quello del ritrovamento – ha spiegato -. E’ un territorio molto ampio e da qui deriva la difficoltà del lavoro che stiamo facendo”. Gli investigatori cercano “cose ben precise, altre ci auguriamo di trovarle strada facendo”. Le Procure di Ancona e Teramo, che ancora lavorano fianco a fianco, attendono “gli accertamenti dei Ris e i risultati dell’autopsia”, perché ogni particolare che emerge modifica il quadro e costringe gli investigatori a risentire i testimoni per approfondire nuovi spunti, o per cercare nuovi punti di vista su aspetti già esplorati. Quanto all’ipotesi di delitto passionale, che ha trovato tanto spazio sui media, il procuratore non si sbottona: “Non posso scendere in questi dettagli”.

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