Libia, caccia italiani pronti ad entrare in azione

E’ scattato il conto alla rovescia per i bombardamenti italiani sulla Libia: il riserbo della Difesa è assoluto, ma ormai “tutto è pronto” per dare il via alle prime azioni di attacco dei caccia. L’armamento è predisposto e bisogna solo aspettare che le missioni dei velivoli italiani vengano inserite nella programmazione della Nato. “Questione di […]

E’ scattato il conto alla rovescia per i bombardamenti italiani sulla Libia: il riserbo della Difesa è assoluto, ma ormai “tutto è pronto” per dare il via alle prime azioni di attacco dei caccia. L’armamento è predisposto e bisogna solo aspettare che le missioni dei velivoli italiani vengano inserite nella programmazione della Nato. “Questione di ore”, assicura una fonte. I primi ad entrare in azione, secondo quanto è stato possibile apprendere,saranno i Tornado IDS (Interdiction/Strike) in dotazione al 6/o Stormo dell’Aeronautica di Ghedi, da settimane rischierati nella base aerea di Trapani Birgi. Ufficialmente non sono tra i velivoli – 4 caccia Eurofighter del 4/o stormo di Grosseto e 4 Tornado ECR del 50/o di Piacenza – trasferiti sotto il comando della Nato, ma già da settimane sono impiegati per attività di ricognizione e per il rifornimento in volo dei Tornado ECR, che hanno avuto il compito di ‘accecare’ i radar delle contraerea nemica e che, fino ad oggi, come ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, “non hanno sparato un colpo”. Adesso i Tornado IDS saranno invece impiegati nel ruolo di cacciabombardieri, potendo contare soprattutto sui missili di precisione Storm Shadow, a lungo raggio, a testata convenzionale, utilizzabili di giorno o di notte, in diverse condizioni operative e climatiche. Si tratta di un missile che ha una gittata di oltre 250 chilometri, in grado di distruggere obiettivi sensibili e molto protetti: dalle infrastrutture militari ai depositi di munizioni. Pronti per l’uso sono anche i caccia della Marina Av-8B Plus (detti anche Harrier 2) imbarcati sulla portaerei Garibaldi. A bordo ce ne sono 6, di cui quattro già trasferiti sotto comando Nato con compiti di ricognizione: armati di missili di precisione anticarro Maverik possono essere impiegati da subito nelle ‘azioni mirate’ sulla Libia. Sempre come cacciabombardieri, l’Aeronautica potrebbe mettere in campo anche gli AMX, attualmente schierati anche in Afghanistan con esclusivi compiti di ricognizione. Sia gli AMX che i Tornado IDS possono essere armati, in particolare, con due diversi tipi di bombe ad elevata precisione: le GBU-16 Paveway, a guida laser, e le GBU-32 Jdamm (Joint direct attack munitions). Qualunque sia il tipo di caccia impiegato, l’Aeronautica continuerà a tenere in campo sia gli Eurofighter sia i Tornado Ecr con compiti di protezione dei velivoli impegnati nelle sortite d’attacco, oltre ai velivoli cisterna Kc-130J per il rifornimento in volo: tutto questo si tradurrà nella mobilitazione complessiva di oltre una ventina di aerei. Uno sforzo anche tecnicamente e logisticamente importante, che prevede la mobilitazione di sette basi aeree su tutto il territorio nazionale: Trapani Birgi, Gioia del Colle, Sigonella, Decimomannu, Aviano, Amendola e Pantelleria.

Vincenzo Sinapi

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