Triste week-end in cui piovono brutte notizie

Triste fine settimana, con una domenica che ci deruba il 1° maggio ed uggiosi piovaschi che ci privano di qualche ora all’aria aperta, magari vagando nei boschi (residuali dopo l’incendio del 2008), sopra la riaperta (grazie all’inesauribile Padre Giovanni), “cappelletta” di S. Giuliano. Ed allora ci immergiamo nella lettura di notizie che non migliorano certo […]

Triste fine settimana, con una domenica che ci deruba il 1° maggio ed uggiosi piovaschi che ci privano di qualche ora all’aria aperta, magari vagando nei boschi (residuali dopo l’incendio del 2008), sopra la riaperta (grazie all’inesauribile Padre Giovanni), “cappelletta” di S. Giuliano. Ed allora ci immergiamo nella lettura di notizie che non migliorano certo il nostro umore. Mentre Roma è invasa da pellegrini e svuotata di romani per la beatificazione di un grande Papa, l’Alabama piange le centinaia di morti causate dai tornado che hanno attraversato, furiosi e omicidi, il sud-est del Paese. Quanto alla Siria non ha pace ed  in Libia continua la guerra, con il Marocco che si scopre fragile, lungo il percorso delle riforme democratiche avviate. A  Lampedusa, da ieri, sono giunti dalla Libia oltre 1000 profughi e a Napoli lo stesso Cardine Sepe si dice disperato per lo stato della città, ormai sommersa dai rifiuti. A due settimane dal riapparire in strada di cumuli, Napoli si ritrova a fare i conti con l’ennesima crisi che da un lato sembra ormai concentrata nel capoluogo, dall’altro diventa oggetto di scontro politico-elettorale in vista delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. La realta’ e’ quella di un sistema ancora fragilissimo che mostra tutte le sue precarieta’ soprattutto li’ dove e’ alto il tasso di popolazione a scatenare imprevedibili e controproducenti reazioni, come il moltiplicarsi di roghi (specialmente di notte) e il blocco di strade nel centro di Napoli su cui i cittadini esasperati riversano i cumuli di immondizia. A monte del proliferare di immondizia nelle strade, come ha ricordato il governatore Caldoro, la chiusura nelle settimane scorse di tre discariche su cinque (Chiaiano, riaperta ieri, e quelle di Sant’Arcangelo Trimonte, nel beneventano, e di San Tammaro a Caserta) che hanno provocato un forte rallentamento nelle operazioni di conferimento. Per fronteggiare questi episodi il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha costituito una task force (uomini della polizia dei carabinieri, vigili urbani e polizia provinciale) che vigilera’ nelle aree dove maggiori sono i rischi dove ci sono piu’ rifiuti. Sul fronte delle responsabilita’ si assiste ad un ‘palleggiamento’ di accuse. Caldoro, ad esempio, ha sottolineato che se il problema persiste a Napoli mentre non si verifica negli altri capiluogo campani ”e’ evidente che quelle del Comune non si possono negare” mentre quelle della regione ”sono relative perche’ Santa Lucia ha competenze solo sulla gestione dei flussi”. In sostanza, ha spiegato il presidente campano, ”a terra abbiamo 1000/1100 tonnellate di arretrati che finora non si sono smaltiti per la chiusure delle discariche”. Anche Gianni Letta perde la sua naturale flemma sulla ricostruzione a L’Aquila a due anni (e passa) dal sisma, con il vero nodo rappresentato dagli interventi da fare sulle reti che non sono di proprietà pubblica, con le e infrastrutture del ciclo idrico integrato che non destano preoccupazioni perché gestite dalla Gran Sasso Acqua, interamente partecipata dai Comuni; mentre le altre, quali metanodotti, cavi telefonici ed elettrici, fibre internet, sono un problema perché si tratterebbe di spendere soldi pubblici su beni privati. “Per mesi abbiamo discusso di tunnel intelligenti e ora scopriamo che non si possono fare più, non perdiamo altro tempo”, ha detto il sottosegretario, ricordando a tutti che i veri, ancora non affrontati problemi sono le macerie, gli affitti per i Map, i bilanci dei piccoli Comuni. Una vera e propria strigliata a tutti i protagonisti della ricostruzione; una a tirata d’orecchi collettiva per spingere tutti “a fare la propria parte,  invocando un’accelerazione nella ripianificazione. Così, di là da dichiarazioni, rimpasti e rimpastini, ci tocca, nel grigio accorante di questo fine-settimana, renderci conto che la situazione dei piani, ad oggi, è desolante. Per gli edifici pubblici (chiese, caserme), si procederà alla ricostruzione con le gare, per le costruzioni private saranno i cittadini a scegliere le imprese che eseguiranno i lavori, ha detto Letta, precisando che questo “grazie al passaggio da contributo a indennizzo, con una legge varata nell’ottobre del 2010”. Naturalmente i locali ed il Pd è di parere contrario e Dario Franceschini dichiara: “Il disastro dell’Aquila è una delle vergogne più grandi. Se si va al centro della cittàila è esattamente tutto com’era due anni fa”. Così, dobbiamo ancora una volta prendere atto che si preferisce polemizzare e rimbalzarsi responsabilità, che affrontare davvero i problemi. “Accidenti piove”, urlo a mia moglie, e me la prendo con cielo e col governo, mentre, forse, dovrei progettare con lei come passare al meglio queste ore, senza cacciare naso, testa e cuore dentro ad angoscianti notizie: quella del governo che vacilla ancora e trema, in attesa di transfughi a sostegno, nel voto sulla Libia il 3 maggio e quella di un omicidio efferato, avvenuto a pochi passi da casa, con inquirenti che, dopo giorni, ancora brancolano nel buio, dopo aver consentito una ampia contaminazione della scena del crimine, tanto che l’unica restata lucida pare essere una sensitiva americana al’uopo contattata.

Carlo Di Stanislao

 

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