Colpito ed eliminato il simbolo della guerra in Afghanistan, c’è poco da festeggiare!

Il leader di Al Qaeda è stato ucciso in un attacco di soldati americani. Si trovava in Pakistan e non in Afghanistan. Per dieci anni è stata condotta una guerra in Afghanistan talmente frustrante che Bush ha pensato di deviarla in Irak con le conseguenze che sappiamo inventandosi un altro nemico: le armi di distruzione […]

Il leader di Al Qaeda è stato ucciso in un attacco di soldati americani. Si trovava in Pakistan e non in Afghanistan.
Per dieci anni è stata condotta una guerra in Afghanistan talmente frustrante che Bush ha pensato di deviarla in Irak con le conseguenze che sappiamo inventandosi un altro nemico: le armi di distruzione di massa di Saddam. Inesistenti. Obama raggiunge quello che doveva essere un obiettivo immediato delle prime settimane dell’azione mliitare cominciata nel 2001. Bin Laden sembrava un obiettivo a portata di mano e gli specialisti di guerra elettronica garantivano che sarebbe stato sufficiente individuarne il cellulare per ottenerne le coordinate satellitari e diriigere su di lui un missile “intelligente”. Siamo stati indotti a pensare che si sarebbe trattato non di una guerra ma di una missione rapida e mirata.

E invece è durata dieci anni la scia di sangue di questa guerra. Sono morti migliaia di soldati allo scopo non di “risolvere il problema” dell’Afghanistan ma di portarlo definitivamente fuori controllo. Oggi l’Afghanistan è zona militare dei talebani e questo è un dato di fatto. L’uccisione di Bin Laden non lo potrà cancellare. La “morte festaggiata” in Occidente non farà certo smobilitare tutta la guerriglia che non dà tregua alle truppe americane e della Nato. Adesso è il momento delle scelte. O continuare nella strada della prosecuzione di una guerra che vedrà perdente Usa e tutta la Nato.

O approfittare di questo evento per cambiare rotta, senza sognare vittorie che non ci saranno e condannare altri giovani a morte certa. Si è trattato infatti di una guerra sproporzionata che è stata “predicata” con l’obiettivo di neutralizzare Bin Laden ma che è stata “razzolata” con l’obiettivo di esplorare le risorse del sottosuolo dell’Afghanistan .

“L’Afghanistan può diventare l’Arabia Saudita del litio”, ha dichiarato l’équipe di geologi del Pentagono. E’ stato svelato dal New York Times che nel nord dell’Afghanistan vi è una enorme sacca di giacimenti minerali valutata attorno a 1000 miliardi di tonnellate. Qualcosa di immenso e soprattutto di inedito. Vi è soprattutto il litio che serve ai telefonini, ai computer portatili, agli Ipod e attutti i congeni elettronici del presente e del futuro. La nuova microenergia.

Tutto questo non è stato detto ai soldati che sono andati a morire e all’opinione pubblica che ha creduto in una missione “contro il terrorismo”. Missione che è fallita, che ha visto aumentare la guerriglia anziché diminuire. Ora l’Afghanistan è un pantano e non sarà l’uccisione di Bin Laden che cambiera le sorti di una guerra ormai persa per gli Usa e per la Nato.

C’è poco da festeggiare.

Alessandro Marescotti-Peacelink

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