Terremoto: Tar accoglie ricorso Comuni fuori cratere

 Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi sull’esclusione dal cratere sismico di altri quattro Comuni esclusi dal cratere del sisma del 6 aprile 2009: Pratola Peligna (L’Aquila), Pescosansonesco (Pescara), Isola del Gran Sasso e Castelcastagna (Teramo). Nei giorni scorsi erano stati accolti i ricorsi di 11 Comuni. Stesse le motivazioni con cui i giudici […]

 Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi sull’esclusione dal cratere sismico di altri quattro Comuni esclusi dal cratere del sisma del 6 aprile 2009: Pratola Peligna (L’Aquila), Pescosansonesco (Pescara), Isola del Gran Sasso e Castelcastagna (Teramo). Nei giorni scorsi erano stati accolti i ricorsi di 11 Comuni. Stesse le motivazioni con cui i giudici amministrativi giustificano il provvedimento: da parte del Commissario delegato per l’emergenza terremoto in Abruzzo, che in quel periodo era l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso, non ci sarebbe stata la valutazione dei danni subiti dai Comuni ricorrenti. I Comuni abruzzesi che hanno fatto ricorso contro l’esclusione dal cratere sismico sono 27. I Comuni abruzzesi per i quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso contro l’esclusione dal cratere sismico hanno diffidato il commissario straordinario per il terremoto, Gianni Chiodi, affinché proceda a ridefinire dati e parametri dei Comuni ricorrenti. Lo hanno annunciato, in una conferenza stampa, i legali dei dieci Comuni della Valle Peligna che hanno vinto il ricorso. “Tutto questo per evitare inutili contrapposizioni giuridiche che – secondo i legali – servirebbero solo ad allungare i tempi di definizione della vicenda”. Gli avvocati hanno poi spiegato i vantaggi che la ridefinizione e l’eventuale inserimento nel cratere sismico porterebbe nell’immediato ai Comuni: “In primis, l’inclusione nel cratere comporterebbe la sospensione della restituzione delle tasse – ha sottolineato il presidente dell’ordine degli avvocati Gabriele Tedeschi, che ha curato cinque ricorsi -; la possibilità di ristrutturare immobili senza perizia giurata, la disponibilità immediata di soldi per gli aggregati, fondi per le seconde case, per gli edifici pubblici e ipotesi di zona franca”. “A conti fatti – ha quindi aggiunto Daniele Di Bartolo, che difende gli interessi del comune di Raiano – almeno in Valle Peligna, applicando il metodo ipotizzato dal Tar, il cosiddetto metodo Molin, tutti i Comuni da noi rappresentati rientrerebbero abbondantemente nel cratere. Anche perché il Tar ha stabilito che le sentenze non toccano i diritti dei Comuni già dentro al cratere molti dei quali, lo dicono i rilievi della protezione civile, hanno subito danni notevolmente inferiori a quelli registrati nella maggior parte dei Comuni esclusi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *