Delitto Rea: genitori vittima, fiducia in Salvatore

La piccola Vittoria piange, chiede della sua mamma Melania. Nella palazzina gialla, a Somma Vesuviana (Napoli), la famiglia Rea aspetta. Aspetta che gli inquirenti mettano la parola fine a questa brutta storia: storia di morte, della loro figlia Melania. E storia di sospetti, sul genero Salvatore. Il militare Parolisi anche oggi è stato sentito in […]

La piccola Vittoria piange, chiede della sua mamma Melania. Nella palazzina gialla, a Somma Vesuviana (Napoli), la famiglia Rea aspetta. Aspetta che gli inquirenti mettano la parola fine a questa brutta storia: storia di morte, della loro figlia Melania. E storia di sospetti, sul genero Salvatore. Il militare Parolisi anche oggi è stato sentito in caserma, davanti al pm. In casa Rea, per ora, tutti lo difendono. I dubbi, che certo qualche crepa hanno creato, “ce li teniamo per noi”, dice il papà di Melania, Gennaro. E a ripeterlo è anche il fratello della vittima, Michele. Tutti dicono: “Abbiamo fiducia in lui”. Ed é la mamma di Melania, con la piccola Vittoria in braccio, a dirlo con la voce bassa ma decisa: “Sono convinta che Salvatore sia innocente”. Papà Gennaro è militare anche lui, “in pensione ma militare dell’aeronautica lo si è nel cuore”. Parla lentamente. E c’é una cosa che ripete, “ora è il momento della verità, vogliamo sapere perché Melania è morta, perché é stata uccisa in quel modo, chi l’ha uccisa”. Gennaro non vuole parlare di altro, dei dettagli che fanno male, come quelli che tirano in ballo storie extraconiugali di Salvatore. Al genero, ieri notte, quando è tornato a casa dopo otto ore di interrogatori, non ha chiesto niente. E non lo ha fatto neanche stamattina, quando è ritornato in caserma. “Se so dei suoi tradimenti? Non gli ho chiesto niente, non é il momento, ora vogliamo sapere altro, la verità sulla morte di mia figlia”, dice fermo, Gennaro. Il fratello Michele, ripete quasi le stesse parole, come se lette su un copione: “Noi conosciamo un altro Salvatore, diverso da quello che viene descritto. Lui è un bravo ragazzo”. E poi, “lui amava mia sorella Melania, non l’avrebbe mai tradita”. E lo dice proprio lui che quando venne fuori la storia delle altre donne di Salvatore, disse che, se fosse stato tutto vero, sarebbe stata “una ennesima coltellata”. “Lo ribadisco – spiega Michele – ma dico anche che gli inquirenti non ci hanno confermato questo aspetto, sono voci. Ed io sono come San Tommaso, se non tocco con mano non credo”. Insomma i Rea, per virtù o per necessità, fanno quadrato intorno a Salvatore. La famiglia è di quelle semplici. Che nei valori del matrimonio crede sul serio. E poi c’é la piccola Vittoria, piccola ma che forse regge tutto questo sottile equilibrio di sentimenti e di verità, vere o presunte che siano. Papà Gennaro, 58 anni, 33 nell’aeronautica; mamma Vittoria, casalinga, 56 anni. E poi Michele anche lui nell’aeronautica, 32 anni. Oggi tutti sono andati in caserma a raccontare quello che è successo il giorno della morte di Melania, ma anche quello che può essere successo prima. Davanti al pm Umberto Monti, ha detto la sua anche Imma, amica da venti anni di Melania. E ai giornalisti il racconto della solita storia, “erano una coppia bellissima, si volevano bene, erano felici”. “Salvatore? Lo conosco da 13 anni, se fosse coinvolto mi cadrebbe un mito”, aggiunge mentre è al lavoro in un call center. Sul piccolo cancello di ingresso di casa Rea c’é un cartello: “Chiuso per lutto”, che ricorda a tutti che Melania non c’é più. La dolorosa tranquillità dell’attesa di Somma Vesuviana si trasforma in chiusura netta a Frattamaggiore, a casa Parolisi. Il papà di Salvatore a telefono non vuole parlare; la mamma si affaccia al balcone con aria stanca. Il fratello Rocco, a muso duro, risponde “non voglio parlare”. Enzo, cugino di Melania, Salvatore lo descrive come “tranquillo, anche in queste ore”. A bordo di una Jaguar, a casa Rea, arriva anche Luigi Raia, avvocato napoletano, “a Somma Vesuviana non per mandato, per amicizia”. Nel bar poco distante, intanto, la gente del paese parla. Ci sono quelli che ritengono Salvatore colpevole, altri che preferiscono non esprimersi. “La storia deve ancora finire”, dice Anna. E questa forse è l’unica certezza.

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