BNL e BNP Paribas, domande inevase su energia nucleare e armamenti

Tredici organizzazioni della società civile hanno inviato nei giorni scorsi una lettera ai vertici della BNL e alla capogruppo BNP Paribas (qui il testo della lettera in risposta di BNL), in merito alle politiche del gruppo bancario sul finanziamento agli impianti nucleari ad alto rischio e alle operazioni collegate alla produzione al commercio di armamenti. […]

Tredici organizzazioni della società civile hanno inviato nei giorni scorsi una lettera ai vertici della BNL e alla capogruppo BNP Paribas (qui il testo della lettera in risposta di BNL), in merito alle politiche del gruppo bancario sul finanziamento agli impianti nucleari ad alto rischio e alle operazioni collegate alla produzione al commercio di armamenti. Le associazioni, tra cui Unimondo.org, sono promotrici di un’iniziativa di informazione ai cittadini attraverso il sito www.vizicapitali.org che dallo scorso anno pubblica un’analisi aggiornata delle operazioni delle prime dieci banche italiane sulla base di sette indicatori (i sette “vizi capitali”): armamenti, impatto sociale, impatto ambientale, paradisi fiscali, tutela del risparmiatore, nucleare civile e privatizzazione dei servizi idrici.

Dopo aver inviato ai primi di gennaio una lettera alla direzione generale della BNL (qui in .pdf), nelle scorse settimane le associazioni hanno ricevuto la risposta dell’Amministratore Delegato del Gruppo BNL, Fabio Gallia (qui il testo: in .jpg). Ma – notano le associazioni – “i chiarimenti forniti finora da BNL lasciano sostanzialmente inevase le nostre richieste” e per questo chiedono alla banca di riaprire il dialogo e il confronto.

“Nello specifico – sottolineano le associazioni – il Gruppo BNP Paribas risulta la banca più esposta a livello mondiale nel finanziamento alla costruzione di centrali per l’energia nucleare civile – come certifica il sito di informazione nuclearbanks.org. Esso compare tra i probabili finanziatori del controverso reattore Angra 3 in Brasile e sta valutando l’erogazione di un prestito per la costruzione di due impianti nella regione di Jaitapur in India. “In Brasile – notano le associazioni – verranno utilizzate tecnologie obsolete e precedenti al disastro nucleare di Cernobyl, mentre in India gli impianti sorgeranno in una zona ad alto rischio sismico”. Inoltre BNP Paribas sostiene finanziariamente la francese Areva, che da anni estrae uranio dalle miniere del Niger, con costi sociali e ambientali altissimi”.

Sul fronte degli armamenti, BNP Paribas e BNL compaiono al primo posto tra le banche d’appoggio all’esportazione di materiale bellico dall’Italia, nell’ambito della Legge 185/90, con importi in continua crescita negli ultimi anni, come si desume dall’ultimo Rapporto della Presidenza del Consiglio relativo al 2010 (qui le Tabelle ufficiali in .pdf. Per un ulteriore approfondimento dei dati fino al 2009 si veda il dossier del gennaio 2011 di Missione Oggi qui in .pdf).

“All’indomani del disastro nucleare in Giappone, non possiamo accettare la continua proliferazione di centrali che mettono a rischio intere popolazioni – commenta Roberto Cuda, del Cnsm e coordinatore del sito Vizicapitali.org. Il Gruppo BNP Paribas ha precise responsabilità nel finanziare questi progetti, contrari al buon senso e all’attenzione per la sostenibilità da sempre propagandata dal gruppo francese. A BNL e alla Capogruppo BNP Paribas inoltre chiediamo maggiore trasparenza e una politica più stringente in tema di servizi all’esportazione di armamenti, soprattutto verso paesi in cui sono state riscontrate violazioni di diritti umani”. In merito alla risposta ricevuta dall’Amministratore Delegato del Gruppo BNL, Fabio Gallia, le associazioni esprimono diversi rilievi (si veda il testo della lettera).

Le associazioni promotrici dell’iniziativa “riconoscono l’importanza della risposta ricevuta da BNL alla loro lettera di chiarimenti e l’intenzione del gruppo bancario di interloquire con la società civile, e si augurano che questo confronto possa proseguire in modo proficuo”. Per questo chiedono un incontro ai responsabili del Gruppo BNL, nel quale affrontare una serie di nodi irrisolti.

Un’opportunità per la BNL per continuare il dialogo con le associazioni e per chiarire le proprie politiche sullo specifico punto delle operazioni finanziarie collegate alla produzione ed esportazione di armamenti è rappresentata dalla Tavola rotonda promossa da Fisac Toscana e da Ires Toscana di presentazione e dibattito sulla ricerca “Finanza e armamenti. Istituti di credito e industria militare tra mercato e responsabilità sociale che si terrà a Firenze venerdi 20 maggio (ore 15-17 allo stand CGIL) nell’ambito di Terra Futura al quale hanno assicurato la presenza, oltre agli autori dello studio, diversi dirigenti del settore di responsabilità sociale delle principali banche italiane. Un’occasione di confronto alla quale, c’è da augurarsi, la BNL non vorrà mancare.

Giorgio Beretta
giorgio.beretta@unimondo.org

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