La Svizzera ‘esce’ dal nucleare

Il fronte dei paesi sostenitori del nucleare continua a diminuire: oggi è la volta della vicina Svizzera. L’esecutivo ha stabilito oggi di non costruire più nuove centrali quando quelle esistenti termineranno il loro ciclo produttivo. La più vecchia cesserà l’attività nel 2019, la più recente nel 2034. “Una decisione storica – ha dichiarato Stefano Leoni, […]

Il fronte dei paesi sostenitori del nucleare continua a diminuire: oggi è la volta della vicina Svizzera. L’esecutivo ha stabilito oggi di non costruire più nuove centrali quando quelle esistenti termineranno il loro ciclo produttivo. La più vecchia cesserà l’attività nel 2019, la più recente nel 2034.

“Una decisione storica – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Il WWF ricorda che già altri paesi hanno intrapreso questa strada, come la Germania che sta affrettando l’uscita dal nucleare. Quanto sta accadendo in Svizzera sembra perfettamente in linea con quanto i cittadini sardi hanno appena espresso con ben il 97 per cento di voti contrari alla localizzazioni di centrali nucleari sul proprio territorio. Ora tocca agli italiani tutti di potersi pronunciare su una scelta, quella del ritorno al nucleare, che comprometterebbe il futuro del Paese.

Il nucleare non si può e non si deve fare: investire su questa tecnologia vuol dire impedire all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili di crescere: il nucleare è uno scomodo ingombro di cui liberarsi al più presto”.

 

“Inoltre, come ha anche ricordato il Ministro Tremonti, l’Italia ha la fortuna , per la scelta referendaria passata, di non avere oggi il ‘debito’ nucleare’ dovuto ai costi di smantellamento (decomissioning), una condizione che sarà possibile mantenere solo se il nostro Paese deciderà di abbandonare definitivamente  la strada ‘atomica’ con la vittoria ai referendum di giugno – ha continuato Leoni – Purtroppo il Governo italiano non solo ha operato la scelta di reintrodurre l’atomo in Italia, ma ora in Parlamento si tenta di negare il diritto di voto garantito costituzionalmente con i referendum”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *