Crisi: 500 mila famiglie non riescono a pagare l’affitto

“Il settore della casa vive una situazione drammatica, da un lato l’Istat ci dice che il 15% delle famiglie italiane che vivono in affitto, circa 500 mila, non riescono più a pagarlo, da un altro lato l’83,7% dei redditi immobiliari evade il fisco”, “serve una rivoluzione culturale per il settore abitativo che è un’infrastruttura fondamentale […]

“Il settore della casa vive una situazione drammatica, da un lato l’Istat ci dice che il 15% delle famiglie italiane che vivono in affitto, circa 500 mila, non riescono più a pagarlo, da un altro lato l’83,7% dei redditi immobiliari evade il fisco”, “serve una rivoluzione culturale per il settore abitativo che è un’infrastruttura fondamentale per far funzionare il Paese”. Lo ha detto il segretario nazionale del Sunia Daniele Barbieri, intervenendo oggi a Firenze all’assemblea regionale del sindacato degli inquilini. Barbieri ha ricordato che “il fondo sociale per l’affitto, che era uno degli strumenti importanti per alleviare il disagio delle famiglie più povere, è passato da 360 milioni di euro del 2000 a 14 mln che saranno stanziati nel 2013”. E’ un “delitto”, ha aggiunto, che “non sia stato creato l’osservatorio nazionale sulla casa, previsto dalle leggi in materia, perché senza conoscere la domanda non si può programmare, stanziare risorse o fare leggi per soddisfare il fabbisogno abitativo. Oltretutto si è cancellato l’osservatorio sugli sfratti, evidentemente si vuol nascondere i numeri per non far risaltare il dramma che c’é dietro”. Dello stesso avviso il responsabile nazionale Anci casa e assessore fiorentino Claudio Fantoni secondo cui “per dare risposta alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione, avremmo bisogno di circa 1,5 miliardi. Circa 600 mila famiglie sono nelle graduatorie per una casa popolare ma per questo settore ci sono poco più di 200 milioni di euro che si trascinano dalla scorsa legislatura. Continuiamo a chiedere al Governo un tavolo e un osservatorio che non vengono mai attivati”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *