Tribunale olandese da’ ragione a Greenpeace. Cair Energy renda noti piani d’emergenza

Dopo le ripetute azioni di Greenpeace per bloccare le estrazioni petrolifere nell’Artico della piattaforma offshore Leiv Ericsson, la proprietà Cairn Energy, si è rivolta a un tribunale olandese per chiedere un risarcimento milionario all’associazione. La Corte, invece, ha dato ragione a Greenpeace e ha chiesto a Cairn Energy di presentare i piani di intervento previsti […]

Dopo le ripetute azioni di Greenpeace per bloccare le estrazioni petrolifere nell’Artico della piattaforma offshore Leiv Ericsson, la proprietà Cairn Energy, si è rivolta a un tribunale olandese per chiedere un risarcimento milionario all’associazione. La Corte, invece, ha dato ragione a Greenpeace e ha chiesto a Cairn Energy di presentare i piani di intervento previsti in caso di disastro petrolifero.

La Cairn Energy aveva chiesto al giudice di emettere un’ingiunzione milionaria per prevenire le proteste di Greenpeace contro i suoi progetti di perforazione offshore al largo della Groenlandia. Il giudice ha ribaltato la questione,chiedendo a sua volta quello che Greenpeace chiede da mesi: i piani d’emergenza. Sono diciotto gli attivisti di Greenpeace agli arresti in Groenlandia dopo aver scalato, domenica scorsa, la pericolosa piattaforma chiedendo alla compagnia di rendere noti questi piani.

Il giudice prenderà la sua decisione finale mercoledì prossimo. Alla richiesta di mostrare i piani d’emergenza, motivata da un reale rischio ambientale, l’avvocato della Cairn Energy ha risposto che non poteva perché le Autorità della Groenlandia sarebbero state contrarie. Ma Greenpeace ha presentato un parere legale indipendente che mostra come non esista alcun impedimento a riguardo. Il giudice ha anche espresso il timore che la Cairn Energy non sia nella condizione di pagare gli enormi costi ambientali di contenimento e pulizia in caso di disastro petrolifero nelle condizioni estreme dell’Artico.

“Adesso che la Corte chiede che il piano segreto d’emergenza venga reso pubblico, la Cairn Energy deve sospendere immediatamente le trivellazioni, fino a quando non verranno fatte le opportune verifiche” – sostiene Tzaporah Berman, Direttore della campagna Energia e Clima di Greenpeace International.

Per Greenpeace la Cairn Energy deve rendere pubblico da  subito il suo “piano d’emergenza”  senza attendere il verdetto conclusivo. Ogni minuto di attività di  questa compagnia di ventura mette in serio pericolo un ecosistema fragilissimo. “La Cairn Energy ha provato a imbavagliare la protesta pacifica di Greenpeace ricorrendo al tribunale e le è andata male – aggiunge Berman – Gli abitanti della Groenlandia dovrebbero essere i primi a preoccuparsi e anche i finanziatori della Cairn Energy si dovrebbero chiedere cosa sono questi piani misteriosi e a quali rischi si stanno esponendo”.

Un documento riservato del governo britannico rivela che gli esperti inglesi ritengono un disastro petrolifero nell’Artico “praticamente impossibile” da fronteggiare. Anche per questo Greenpeace ha presentato all’ombudsman del Parlamento della Groenlandia una richiesta per ottenere dall’Ufficio delle Miniere e del Petrolio groenlandese vari documenti tra cui il piano d’emergenza in caso di disastro petrolifero offshore.

Foto: Markel Redondo/Greenpeace

 

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