Camorra: favoriva i casalesi, arrestata soldatessa

Lavava e stirava i vestiti del latitante Emilio Di Caterino, braccio destro del pluriomicida capo dell’ala stragista del clan dei casalesi Giuseppe Setola; accompagnava da lui una sua amica che gli piaceva; lo coinvolgeva nelle sue faccende di cuore chiedendogli di punire i fidanzati che si comportavano male: con l’accusa di favoreggiamento è stata arrestata […]

Lavava e stirava i vestiti del latitante Emilio Di Caterino, braccio destro del pluriomicida capo dell’ala stragista del clan dei casalesi Giuseppe Setola; accompagnava da lui una sua amica che gli piaceva; lo coinvolgeva nelle sue faccende di cuore chiedendogli di punire i fidanzati che si comportavano male: con l’accusa di favoreggiamento è stata arrestata la soldatessa Laura Titta, di 25 anni, in servizio da una decina di giorni al 235/o reggimento Piceno, lo stesso reparto Salvatore Parolisi, il vedovo di Melania Rea (ma nella caserma marchigiana la giovane si era già addestrata per tre mesi, tra il 2009 e il 2010, durante il suo primo anno di arruolamento nell’esercito). La soldatessa – che si era fatta tatuare sulla gamba la parola ‘terrorista’ – è stata arrestata oggi assieme ad altre dieci persone nel corso di un’operazione dei carabinieri della stazione di Parete e della compagnia di Aversa, con il coordinamento della Dda di Napoli. Inquietante lo scenario ricostruito dagli investigatori grazie soprattutto alle intercettazioni telefoniche e ambientali: la soldatessa e la sua amica del cuore Francesca Maisto, a sua volta arrestata nel corso del blitz, svolgevano una serie di servizi per boss e latitanti vicini a Setola, in particolare per Emilio Di Caterino, oggi collaboratore di giustizia. E’ lo stesso boss a riferire come le due giovani si preoccupassero di procurargli biancheria pulita e lo ospitassero durante la latitanza. Laura Titta, per di più, gli si rivolgeva per organizzare spedizioni punitive nei confronti dei suoi fidanzati, del momento o precedenti, quando riteneva che questi le avessero fatto un torto. Due gli episodi accertati, uno portato a termine e uno rimasto sulla carta. Uno degli ultimi compagni della soldatessa, il camorrista pentito Giovanni Mola, ha raccontato agli investigatori come la giovane, saputo della sua decisione di collaborare con la giustizia, si fosse presentata dalla madre minacciando di morte lui e i suoi familiari se l’avesse tirata in ballo. Dalle carte dell’inchiesta – coordinata dai pm Catello Maresca, Cesare Sirignano e Giovanni Conzo – emerge la figura di una donna violenta, aggressiva e molto gelosa. Questo tratto del suo carattere emerge, in particolare, quando uno dei suoi fidanzati, Giovanni Mola, ora collaboratore di giustizia, le riferisce che ha intenzione di andare da solo a far visita al killer latitante Di Caterino nel suo nascondiglio; il boss ha chiesto di incontrare Angela, un’amica di Laura, e bisogna accompagnare la giovane da lui. “Nel corso della conversazione – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – Laura Titta é presa da un raptus di gelosia in quanto Giovanni Mola esternava la volontà di procedere autonomamente in tal senso”. Questa l’intercettazione del colloquio tra i due fidanzati, che tra l’altro ha consentito agli investigatori di comprendere che il “Marco” di cui parlavano non era altri che Emilio Di Caterino: nella foga della conversazione, infatti, la soldatessa si lascia scappare il vero nome. Laura: Ma fammi capire, che cazzo ci vai a fare da Angela? Giovanni: Come, ci devo dire il fatto di Marco. Laura: Ma non mi interessa, glielo vieni a dire insieme a me, quando stai con me, no solo tu. (omissis). Giovanni, devi andare da Angela, fammi capire? Giovanni: Ma tu non mi ci vuoi portare, sono due settimane. Laura: Ti porto io, ti porto, adesso tu non ti permettere proprio. Giovanni: L’anno prossimo… L’anno prossimo mi ci porti. Laura: Perché se tu ti permetti, dopo te lo faccio vedere io. Giovanni: L’anno prossimo mi ci porti. Laura: Ma qual è il problema, mo Emilio… eh … mo Marco sta con la moglie, quindi non puoi lo stesso portarla là. Giovanni: Umhh. Laura: La moglie domani se ne va e domani andiamo là con Angela, va bene? Hai capito?.

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