Federalismo, Comuni: Codice delle Autonomie volano per riforma

Il Codice delle Autonomie può essere il volano per il federalismo, ma per fare questo la riforma deve precisare meglio i ruoli degli Enti locali e delle Regioni, razionalizzando e semplificando gli aspetti e gli impianti burocratici delle strutture locali di governo. Prima della legge delega, inoltre, sarebbe stato opportuno rilanciare l’idea di un Senato […]

Il Codice delle Autonomie può essere il volano per il federalismo, ma per fare questo la riforma deve precisare meglio i ruoli degli Enti locali e delle Regioni, razionalizzando e semplificando gli aspetti e gli impianti burocratici delle strutture locali di governo. Prima della legge delega, inoltre, sarebbe stato opportuno rilanciare l’idea di un Senato delle Autonomie, apripista fondamentale per rilanciare a livello istituzionale le istanze dei territori. Sono numerose e complesse le istanze che oggi i Comuni hanno messo sul tavolo in occasione del convegno ‘Carta delle Autonomie: per un percorso condiviso’, tenutosi a Palazzo Giustiniani alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e del Presidente del Senato Renato Schifani. Proprio Schifani ha tenuto a ricordare, aprendo i lavori del convegno, “che ogni ipotesi separatista o indipendentista è insostenibile o inimmaginabile. Il cuore del federalismo e dell’autonomia – ha sottolineato – è lo sviluppo sia del Nord che del Sud del Paese. Una crescita a due velocità sarebbe paralizzante per l’intero sistema economico, politico e istituzionale”. Per questa ragione, ha aggiunto, la Carta delle Autonomie è l’esempio “di come sia possibile incontrarsi e condividere progetti duraturi capaci di visione, pur provenendo da diverse storie”. Da parte sua il presidente facente funzioni dell’Anci, Osvaldo Napoli, ha ricordato come l’Associazione stia ormai aspettando “da circa un decennio la definizione delle autorità di governo negli enti locali”, non mancando di ricordare come i 7.370 municipi iscritti all’Anci (su un totale di 8.094) “chiedono ormai da tempo un riconoscimento istituzionale nel processo federalista”. Tuttavia, ha ricordato, “l’Anci chiede un suo riconoscimento istituzionale nel processo di riforma federalista del Paese che passi anche attraverso l’istituzione di un Senato delle Autonomie”. Chiaro anche l’approccio del senatore Pd Enzo Bianco, presidente dell’Associazione Parlamentari Amici dei Comuni e relatore del ddl sulla Carta delle Autonomie, che ha colto l’occasione per dare un annuncio: “Contiamo di depositare in settimana un testo unificato che sarà largamente condiviso e che successivamente sarà esaminato dal comitato ristretto. E già a luglio potrà arrivare nell’Aula del Senato”. Il testo del provvedimento, ha ricordato, non avrà un carattere gerarchico, favorirà i ruoli fondamentali dei Comuni, delineerà il ruolo delle città metropolitane, abolirà gli enti intermedi e le duplicazioni organizzative e funzionali. Da parte sua il senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali, ha spiegato che “la Carta delle Autonomie è stata realizzata in maniera condivisa” e per questa ragione “a fine legislatura speriamo di avviare quel processo di semplificazione che aiuterà i cittadini a capire meglio quello che fanno gli amministratori sul territorio”.

Paolo Teodori

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