Economia, Cresa: segnali di ripresa, ma occupazione in calo

“I principali indicatori confermano segnali di ripresa, più decisa in alcuni settori debole in altri”. E’ quanto emerge dall’ indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere relativa al primo trimestre del 2011 curata dal centro regionale di studi e ricerche economico sociali (Cresa) istituito dalle Camere di commercio d’Abruzzo. Le grandi aziende e i settori tecnologicamente più […]

“I principali indicatori confermano segnali di ripresa, più decisa in alcuni settori debole in altri”. E’ quanto emerge dall’ indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere relativa al primo trimestre del 2011 curata dal centro regionale di studi e ricerche economico sociali (Cresa) istituito dalle Camere di commercio d’Abruzzo. Le grandi aziende e i settori tecnologicamente più avanzati hanno mostrato una migliore capacità di recupero, quasi esclusivamente attraverso l’export. Resta incerto l’andamento dell’occupazione. Migliora il clima di fiducia degli imprenditori. Le principali variazioni rispetto al primo trimestre 2010 sono: produzione +8,4%, fatturato +7,6%, fatturato estero +13,4%, occupazione -0,5%. In sostanza cresce la produzione, ma cala l’occupazione. Le previsioni degli imprenditori abruzzesi per i prossimi mesi sono positive (soprattutto nella chimico-farmaceutica, nella metalmeccanica e nei mezzi di trasporto). Lo studio, condotte su un campione di 395 imprese, è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa. Secondo il presidente del Cresa, Lorenzo Santilli, i dati, seppur positivi, devono essere oggetto di un’attenta lettura. “Occorre – ha spiegato – tracciare una linea di crescita per riportare il trend nel verso giusto. Il problema è a latere. I consumi, per diverse motivazioni non crescono, quindi c’é differenza fra l’export e la produzione interna. Le aziende per mantenere la concorrenza non hanno aumentato i prezzi, nonostante le spese perché fiduciose per il futuro”. Per il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco, “ci viene in aiuto la ripresa dell’economica tedesca, una vera boccata d’ossigeno con l’Abruzzo che si presenta come il secondo fornitore dei prodotti esportati”. “Il dato dell’export – ha aggiunto – appare ‘drogato’ perché legato ai dati delle grandi imprese (e non alle piccole) per motivi di innovazione. I fattori che ostacolano la crescita sono la scarsa capacità innovativa, la non corretta capacità aziendale e la poca innovazione al rischio. Tutto ciò fa restare l’Abruzzo in una situazione di stallo”.

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