Melania: rabbia e delusione di Michele Rea, innocente per Francesca Parolisi

Non ha praticamente aperto bocca Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea, che si è presentato oggi ai magistrati della procura di Ascoli Piceno. Assistito dagli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, si é avvalso della facoltà di non rispondere, dopo che i pm Umberto Monti e Ettore Picardi gli […]

Non ha praticamente aperto bocca Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea, che si è presentato oggi ai magistrati della procura di Ascoli Piceno. Assistito dagli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, si é avvalso della facoltà di non rispondere, dopo che i pm Umberto Monti e Ettore Picardi gli avevano contestato vari elementi a suo carico per oltre un’ora. Parolisi è arrivato in perfetto orario a Palazzo di Giustizia, quando mancavano appena pochi minuti alle 16:30. Sempre curato nell’abbigliamento, non ha dimenticato neanche in questa occasione la sua predilezione per i colori vivaci: pantaloni arancione spento, camicia intonata a righine avorio, verde e arancione, sul volto i grandi occhiali da sole che Melania indossava il giorno della scomparsa il 18 aprile e che il vedovo ha voluto mettere per i funerali della giovane donna. La Jeep condotta dall’avv. Gentile non è potuta entrare da un ingresso riservato e così il militare è entrato nel Tribunale fendendo una folla di curiosi e soprattutto giornalisti, fotografi e operatori tv, con il volto teso, tra qualche grido “vergogna”, oppure “bravo” (in senso ironico). Poi una lunga fase preliminare e infine l’elenco degli elementi di prova a suo carico, le tante contraddizioni e incongruenze emerse nei tre interrogatori già avuti come parte offesa, ma anche nelle dichiarazioni rilasciate durante svariate trasmissioni televisive. A partire da due elementi ormai dati per acquisiti dagli inquirenti, sulla scorta di decine di testimonianze: il 18 aprile Melania non è mai stata a Colle San Marco, dove Parolisi sostiene invece sia misteriosamente sparita mentre andava alla toilette del ristorante Il Cacciatore, e il caporalmaggiore è arrivato sul pianoro solo alle 15:30, e non alle 14:20, come ha sempre sostenuto. A quel punto l’annuncio della scelta di non rispondere (per altro in parte prevedibile). “In due mesi Salvatore ha risposto a domande per oltre 40 ore” ha poi spiegato l’avv. Biscotti ai giornalisti. Rispondere sarebbe quindi stato “ripetere le stesse cose. Quando avremo elementi meno fluidi per quello che riguarda il capo di incolpazione – ha concluso – saremo noi a chiedere un nuovo interrogatorio”. Diversa, ovviamente, l’opinione dell’avv. Mauro Gionni, che assiste i familiari di Melania Rea come parte lesa. “Avvalersi della facoltà di non rispondere è un atteggiamento giuridicamente legittimo – ha commentato -, ma umanamente incomprensibile per un vedovo che dice di voler fare tutto il possibile per scoprire gli assassini della moglie”. Intorno alle 18:30 Parolisi è uscito da un varco posteriore della Procura, e si è subito infilato nell’auto dei legali. Ora per gli inquirenti si apre una breve fase di riflessione: la prossima settimana verrà depositata la relazione finale sull’autopsia della vittima condotta dal medico Adriano Tagliabracci. Un quesito riguarda in particolare la dinamica dell’aggressione a Melania. Se, come sembra, il perito confermerà che la donna è stata uccisa nel Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Teramo), dove è stata ritrovata cadavere il 20 aprile, la competenza dell’inchiesta dovrebbe passare alla procura di Teramo. Anche se tecnicamente questo non esclude che la magistratura ascolana possa comunque adottare eventuali provvedimenti, per poi dichiararsi incompetente. Prima dell’incontro in procura, Parolisi e i suoi legali hanno pranzato nella zona di Colle San Marco e hanno effettuato un sopralluogo nell’area e a Ripe di Civitella.

“Ci siamo rimasti male, malissimo, sono veramente arrabbiato, deluso”. Michele Rea, il fratello di Melania, in collegamento in diretta con la trasmissione Quarto Grado da Somma Vesuviana (Napoli) ha commentato così la scelta del cognato Salvatore Parolisi, indagato per l’omicidio di Melania, di non rispondere alle domande dei pm di Ascoli Piceno. “Non me l’aspettavo: se voleva difendersi, questa era l’occasione giusta”, e del resto “facendo così non si discolpa neppure”. “Questo era il momento giusto per fare chiarezza, sui tanti punti oscuri, sulla storia del telefonino, ma lui non l’ha colta al volo…anzi”. “Deluso” da Salvatore anche lo zio di Melania, Gennaro.
“Mio fratello è innocente”, così Francesca Parolisi la sorella di Salvatore in un’intervista a Quarto Grado, la trasmissione di Retequattro condotta da Salvo Sottile, difende il fratello indagato di omicidio volontario aggravato. “Ce lo aspettavamo – dice Francesca Parolisi -. Ma io so quanto soffre e comunque lui è sereno. E’ lui che fa forza noi. Non gli è stata perdonata l’infedeltà, ma quella è stata solo una debolezza”

Una risposta a “Melania: rabbia e delusione di Michele Rea, innocente per Francesca Parolisi”

  1. Sospetto ha detto:

    Hanno perfettamente ragione Gennaro, il babbo di Melania, quando dichiara apertamente che “se Salvatore fosse innocente, non avrebbe paura di dire ciò che sa”, lo zio salvatore Rea, quando arriva a ritenere che il Parolisi a questo punto è il probabile assassino della nipote, ed il movente sarebbe proprio nel tradimento con Ludovica, e quindi un motivo passionale, il fratello Michele, quando sostiene che il cognato ha perso un’occasione buona per cercar di far scoprire l’omicida, e di discolparsi, se Salvatore è innocente. Ma il caporal maggiore innocente non è, purtroppo. Salvatore, non rispondendo alle tante domande che i PM di Ascoli gli avrebbero poste, ha preservato solo se stesso e la sua difesa di probabile uxoricida, a scapito della verità che tanto proclama di dire e ricercare, ma solo a parole. Che facile fanfarone il Parolisi, che predica bene e razzola male.

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