Con la Finmek finisce l’illusione dell’industria a L’Aquila e Sulmona: le responsabilita’ della politica

Il Ministero dello sviluppo economico ha notificato ai sindacati che si chiude amaramente la telenovela della Finmek, con la messa in liquidazione dell’azienda e con la messa in cassa integrazione di 300 operai. La crisi del comparto industriale nella Provincia dell’Aquila viene da lontano e sta dentro la crisi più generale della Regione, che da […]

Il Ministero dello sviluppo economico ha notificato ai sindacati che si chiude amaramente la telenovela della Finmek, con la messa in liquidazione dell’azienda e con la messa in cassa integrazione di 300 operai.
La crisi del comparto industriale nella Provincia dell’Aquila viene da lontano e sta dentro la crisi più generale della Regione, che da anni con Governi di sinistra e di destra  annaspa alla ricerca di un modello di sviluppo alternativo e duraturo.
Con questa decisione, bisogna prendere atto del fallimento della politica  industriale nazionale e locale, che ha privilegiato o ha subito la presenza di aziende che hanno utilizzato i finanziamenti pubblici, i siti industriali e la forza lavoro locale, lasciando sempre la testa pensante e la cabina di regia altrove.
Ha fallito, allo stesso modo, la classe politica locale, fatta da Parlamentari, Sindaci, Consiglieri Regionali- complice anche la timidezza del Sindacato- che nel corso degli anni ha illuso i lavoratori e la città sull’arrivo di possibili imprese interessate a subentrare per garantire produzione e livelli occupazionali.
A L’Aquila, come a Sulmona, la classe politica locale non ha avuto la forza ed il coraggio di opporsi alla tattica del rinvio e delle menzogna, messa in atto dall’ Azienda e dal Governo, ma non ha avuto, soprattutto, la lungimiranza di capire che la crisi del settore industriale sarebbe cresciuta anche a causa del più complesso processo di globalizzazione.
Una classe politica responsabile e lungimirante avrebbe potuto e dovuto pensare per tempo ad un nuovo modello di sviluppo, capace di mettere al centro le potenzialità del territorio e basato sulla valorizzazione dello risorse locali, a cominciare da quelle ambientali e culturali.
Ora, nessuno può pensare che la fine dell’industria in provincia dell’Aquila, ed il conseguente impoverimento dell’intero territorio, si sia verificato per caso o che non ci siano responsabilità.
In tanti farebbero bene a fare autocritica per rispetto degli operai e dei cittadini.

Lelio De Santis
Segretario    I.d.V.   –   L’Aquila

 

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