Finmek, sindacati: salvano stabilimenti Nord

Si è svolta questa mattina negli stabilimenti del polo industriale della Finmek all’Aquila un’assemblea sindacale per discutere della situazione degli ex lavoratori Finmek in cassa integrazione dal 2002 e della decisione presa dal governo lunedì scorso di liquidare l’azienda passando dal commissario al liquidatore. “Il governo ha deciso di chiudere questo stabilimento dell’Aquila e quello […]

Si è svolta questa mattina negli stabilimenti del polo industriale della Finmek all’Aquila un’assemblea sindacale per discutere della situazione degli ex lavoratori Finmek in cassa integrazione dal 2002 e della decisione presa dal governo lunedì scorso di liquidare l’azienda passando dal commissario al liquidatore. “Il governo ha deciso di chiudere questo stabilimento dell’Aquila e quello di Sulmona – ha detto Gino Mattuccilli, della Fim-Cisl – mentre ha deciso di tutelare gli stabilimenti Finmek del nord. Di questo dovrà tenerne conto. Questi nostri lavoratori – ha continuato Mattuccilli – rappresentano le briciole di un’azienda con una storia trentennale e il governo non sta lasciando nemmeno le briciole. Questa decisione del ministero dello Sviluppo Economico distrugge tutto”. Sono 200 i lavoratori della Finmek che rischiano di perdere il lavoro: di questi 200 una parte può andare in pensione mentre circa 80 all’Aquila e 150 a Sulmona, intorno ai 40 anni, non avranno la possibilità di essere ricollocati. “E’ il fallimento della Finmek – ha detto Clara Ciuca, della Uil – ma è soprattutto il fallimento di tutta la classe politica aquilana e di tutte le istituzioni passate e presenti. Nessuno è fuori dalla responsabilità di questo fallimento”. All’assemblea era presente anche il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente che ha detto: “Dobbiamo riaprire un confronto con le istituzioni che vorranno parteciparvi. Io, parlando anche per conto di Giovanni Lolli posso dire che noi ci saremo fino all’ultimo e continueremo a cercare delle soluzioni. Il vero problema però restano le condizioni poco appettibili per le imprese che vogliono venire all’Aquila. I prezzi sono altissimi per gli affitti degli spazi e non c’é nessuno incentivo fiscale compresa la zona franca. Tutto questo scoraggia le imprese”. Alfredo Fegatelli della Fiom ha proposto la convocazione di un’assemblea aperta con le istituzioni.

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