Calciomercato: da Platini a Maradona, quando l’affare è straniero

Alvarez e Lamela, ufficializzati ieri, sono gli ultimi acquisti, inseguiti e catturati, di una colonia di stranieri che cercano il salto di qualità nel calcio italiano, meno ricco e competitivo di quello spagnolo e inglese. Per loro sarà l’esame di laurea per capire se diventeranno dei campioni. Fuoriclasse e bidoni, idoli ed oggetti misteriosi: dal […]

Alvarez e Lamela, ufficializzati ieri, sono gli ultimi acquisti, inseguiti e catturati, di una colonia di stranieri che cercano il salto di qualità nel calcio italiano, meno ricco e competitivo di quello spagnolo e inglese. Per loro sarà l’esame di laurea per capire se diventeranno dei campioni. Fuoriclasse e bidoni, idoli ed oggetti misteriosi: dal giorno della riapertura delle frontiere calcistiche in Italia, nel 1980 dopo gli Europei in casa che gli azzurri non vinsero, c’é stato un autentico ‘diluvio’ migratorio, favorito dalla manovre di tanti procuratori più o meno spregiudicati e dagli effetti della sentenza Bosman. Cosi è sempre più una serie A stile Nba dove, almeno in teoria, gioca chi è più bravo e la nazionalità non conta, e ci sono squadre come l’Inter del ‘triplete’ che nella formazione-tipo non avevano italiani. Per questo, e visto che gli stranieri invadono ormai anche i vivai delle varie squadre, dopo il fallimento della nazionale a Sudafrica 2010 si è detto che bisognava fare qualcosa, ma quando dalle parole si è dovuti passare ai fatti le cose sono andate diversamente, basti pensare alla recente riapertura al secondo extracomunitario. L’ondata non si arresta e quella degli stranieri del calcio diventa una carrellata senza fine. Sui campi della serie A, e non solo, si è visto di tutto, dalla classe inarrivabile del migliore di tutti, ovvero Diego MARADONA (188 partite e 111 gol con la maglia del Napoli, a cui fece vincere 2 scudetti, una coppa Italia ed una coppa Uefa) a quella molto meno cristallina di LUIS SILVIO, che giocò 6 volte per la Pistoiese e poi tornò in Brasile a gestire un chiosco di bibite sulla spiaggia. C’é stato poi il calcio trasformato in arte da Michel PLATINI (palloni d’oro in serie e 60 reti in 147 match per la Juve) e quello folkloristico di Saadi Al-GHEDDAFI, 2 presenze in totale durante 4 anni passati fra Perugia, Udinese e Sampdoria. Ma anche i gol e le accelerazioni brucianti (e due terribili infortuni) di RONALDO a Milano, alla media di quasi una rete a partita, e i pochi palloni ‘strusciati’ dall’Uragano FABIO JUNIOR, ‘schiappa’ strapagata dalla Roma ma un anno fa capace di essere il vice-capocannoniere della serie B brasiliana con l’America di Minas, a cui ha fatto guadagnare la promozione. E poi Marco VAN BASTEN ed Hugo MARADONA, RONALDINHO E PANCEV, Paulo Roberto FALCAO e RENATO Portaluppi, uno idolo assoluto, l’altro re solo delle discoteche, Zinedine ZIDANE, diventato fuoriclasse nella Juve, e MA MING YU, il cinese che il Perugia comprò per sbaglio e poi fece giocare solo per un quarto d’ora in coppa Italia. IBRAHIMOVIC, RUMMENIGGE, ZICO e BATISTUTA, RAMBERT, CAIO, VAMPETA e BARTELT sono facce della stessa medaglia, ma anche estremi opposti di una storia infinita destinata a continuare anche quest’estate. Presidenti, procuratori ed agenti Fifa lavorano alacremente anche adesso che in giro sembra non esserci un euro. Ma lo show va avanti, il calciomercato diventa fenomeno mediatico e Zamparini ‘spara’ 50 milioni per PASTORE, mentre l’Udinese mette all’asta il suo gioiello SANCHEZ e la Roma cerca giovani di talento come il suo nuovo acquisto argentino Erik LAMELA, uno che quando aveva appena 12 anni disse no alle proposte del Barcellona, che ne voleva fare un altro Messi. L’importante è che ci sia ancora gente pronta a partire, e infatti non manca: nel solo 2010 l’Argentina ha esportato all’estero 2.204 calciatori, mentre il Brasile si è fermato, per modo di dire, a 1.674. Non rimane che trovare chi sia disposto a preferire la serie A al fascino di Premiership, Bundesliga e Liga, ed ai soldi dei nuovi oligarchi russi. I tempi in cui, negli anni ’80, tutti i migliori venivano in Italia sono finiti da un pezzo.

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