Microcredito Abruzzo: è giusto che le donazioni alimentino il circuito bancario?

Nel corso dell’assemblea cittadina del 13 luglio è stato affrontato l’argomento relativo al progetto “Microcredito per l’Abruzzo”, finalizzato a promuovere e facilitare l’inclusione finanziaria della popolazione direttamente o indirettamente colpita dal terremoto, rivolgendosi a singoli individui e famiglie in difficoltà; a piccole e micro-imprese a carattere familiare e artigiane; al settore delle cooperative, delle associazioni […]

Nel corso dell’assemblea cittadina del 13 luglio è stato affrontato l’argomento relativo al progetto “Microcredito per l’Abruzzo”, finalizzato a promuovere e facilitare l’inclusione finanziaria della popolazione direttamente o indirettamente colpita dal terremoto, rivolgendosi a singoli individui e famiglie in difficoltà; a piccole e micro-imprese a carattere familiare e artigiane; al settore delle cooperative, delle associazioni e degli attori operanti nel terzo settore. Il microcredito è garantito da un Fondo Patrimoniale, costituito presso il Consorzio Etimos, e formato dai fondi provenienti dalle donazioni tramite sms, per un importo pari a 5 milioni di euro. Ad oggi, l’ammontare complessivo dei crediti erogati dalle banche aderenti al progetto è di poco superiore al milione di euro. La discussione pubblica di ieri non solo è stata finalizzata a dare ai cittadini una maggiore informazione e divulgazione del progetto, ma anche a capire e superare le criticità che incontra l’erogazione del credito.

L’assemblea cittadina ha ritenuto che è veramente di difficile comprensione il fatto che il denaro donato dalla grande solidarietà degli italiani, e non solo, sia andato ad alimentare un circuito di prestiti bancari, con un tasso di interesse anche abbastanza elevato, con recupero coattivo di quanto prestato e non riversato, caricato di ulteriori interessi, anche di mora!
Cambiare le regole, come auspicato dall’assessore alle attività produttive Marco Fanfani, invitato all’incontro, soluzione questa condivisa anche dalla Dr.ssa Chiara Benvegnù, coordinatrice Progetti Innovativi Etimos, con la quale l’assemblea cittadina ha avuto uno scambio telefonico di opinioni, non ci sembra né sufficiente né risolutivo.

Riteniamo che vada “cambiato” tutto il meccanismo: il Fondo di Garanzia ed il circuito bancario non stanno investendo proprie risorse ma quelle provenienti dalle donazioni!
Si possono ipotizzare altre forme di sostegno finanziario, magari attraverso il prestito d’onore. Nei prossimi giorni verranno approfondite le criticità che sono emerse nel corso del dibattito, con l’impegno da parte dell’assemblea cittadina a formulare una proposta, da sottoporre all’attenzione del Consorzio Etimos e di tutti gli attori aderenti al progetto; non solo, in nome della trasparenza, auspichiamo che tutti gli Enti coinvolti nella raccolta di donazioni rendano noti sia il loro ammontare, sia la finalità alle quali sono state destinate.

 

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