Melania Rea: domani Parolisi ad Ascoli. “Bacio morte”? Fantasie per i legali

Domani Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito indagato per l’omicidio volontario aggravato della moglie Melania Rea, e per il quale la Procura di Ascoli ha chiesto una misura cautelare, tornerà domani ad Ascoli. Lo si apprende dai suoi difensori. Parolisi è di stanza alla caserma “Clementi”, dove fino a poco prima della tragedia era addestratore delle […]

Domani Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito indagato per l’omicidio volontario aggravato della moglie Melania Rea, e per il quale la Procura di Ascoli ha chiesto una misura cautelare, tornerà domani ad Ascoli. Lo si apprende dai suoi difensori. Parolisi è di stanza alla caserma “Clementi”, dove fino a poco prima della tragedia era addestratore delle giovani reclute del Rav Piceno. Ora èstato destinato ad altro incarico, in particolare dopo le notizie sui suoi rapporti con alcune soldatesse, in particolare una, Ludovica P., di cui era stato istruttore. Prima di rientrare in caserma, Parolisi si fermerà in quella dei Ris di Roma per ritirare l’auto, una Renault ‘Scenic’, che gli era stata sequestrata per accertamenti, in modo specifico nel bagagliaio. A questo proposito, sembrerebbe che dalle analisi condotte sulla vettura non emergerebbero dati significativi per l’inchiesta.

“E’ sorprendente come un bacio dopo un pasto possa diventare il ‘bacio della morte'”. Così oggi uno dei legali di Salvatore Parolisi, l’avv. Valter Biscotti, attacca sull’interpretazione data dai media di uno dei particolari che emergono dall’autopsia, e cioé che l’uomo – per il quale la Procura di Ascoli ha chiesto una misura cautelare per la morte della moglie – avrebbe baciato Melania poco prima che venisse uccisa, dato che sulle labbra e le gengive della donna sono rimastre tracce del suo Dna. “Questo voler appesantire e attaccare Salvatore a tutti i costi – incalza il difensore – fa galoppare la fantasia di tutti”. L’avv. Biscotti ribadisce quindi la sua tesi: a uccidere Melania è stata una donna, come indicherebbe la presenza di Dna femminile, misto a quello della stessa vittima, sotto l’unghia dell’anulare sinistro della Rea. Da indiscrezioni, però, trapela che quel Dna non sarebbe da sfregamento, e quindi tra Melania e la sua ipotetica assassina non vi sarebbe stata una colluttazione. Un altro punto su cui insiste la difesa è la serie di colpi inferti post mortem sul corpo della giovane mamma di Somma Vesuviana. Per l’avv. Biscotti, che difende Parolisi insieme al collega Nicodemo Gentile, se qualcuno è tornato sul luogo del delitto almeno 24 ore dopo l’uccisione per sfregiare il cadavere e depistare così le indagini, quel qualcuno non è certo Salvatore, che fin da quando denuncia la scomparsa della moglie “é sotto gli occhi di tutta Italia”. “E poi – aggiunge Biscotti – se il perito dice che Melania era in condizioni di normalità, cioé non aveva pianto e aveva il trucco ancora intatto, questo vuol dire che lei e il marito non avevano litigato, e che non c’era alcun motivo di cambiare il programma di andare a Colle San Marco, come Melania aveva detto anche alla madre” nell’ultima telefonata, poco prima di uscire da casa. E’ sul pianoro ascolano che Salvatore dice infatti di essere andato con la moglie e la bambina, ma, secondo l’accusa, in quel posto non sarebbero mai andati, perché nessuno li ha visti. Si sarebbero diretti invece subito a Ripe di Civitella, al Bosco delle Casermette, dove Melania è morta 45 minuti, un’ora dopo l’ultimo pasto. “Salvatore e Melania erano due persone normali. Se nessuno li conosceva, è possibile che nessuno li abbia notati. Il fatto che quattro vecchietti e quattro ragazzini dicano di non averli visti insieme – conclude Biscotti – non vuol dire che lì non c’erano”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *