Agnoletto: Ora lo Stato chieda scusa agli attivisti malmenati al G8 del 2001

“Ora lo Stato chieda scusa”. E’ l’appello rivolto da Vittorio Agnoletto al Presidente della Repubblica durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative del decennale del G8 di Genova del 2001. “Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione. La stessa che fu sospesa e tradita dagli apparati dello Stato” – ha sottolineato l’ex […]

“Ora lo Stato chieda scusa”. E’ l’appello rivolto da Vittorio Agnoletto al Presidente della Repubblica durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative del decennale del G8 di Genova del 2001. “Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione. La stessa che fu sospesa e tradita dagli apparati dello Stato” – ha sottolineato l’ex portavoce del Genoa Social Forum. “Se i vertici delle Forze dell’Ordine e il Governo, che è lo stesso di allora, non hanno mai chiesto scusa agli attivisti malmenati al G8 del 2001, riconosciuti vittime innocenti da tutti i processi condotti fino ad oggi, il Presidente della Repubblica prenda un’iniziativa e faccia lui in questi giorni un gesto di scusa dello Stato italiano alle vittime innocenti di quei giorni” – ha aggiunto Agnoletto.

“Nell’aprile 2008 consegnai a Napolitano un dossier dei processi. Mi rispose: ‘Lei sa quali sono le mie competenze, non posso intervenire’. Oggi come rappresentante di tutti gli italiani potrebbe chiedere scusa alle vittime della violenza istituzionale consumatasi a Genova nel luglio del 2001. Sarebbe un atto estremamente importante nel pieno rispetto dei valori costituzionali e potrebbe contribuire ad attutire il dolore di una ferita ancora aperta” – ha proseguito Agnoletto. “Il movimento ha ricostruito la verità sulle aggressioni della Diaz e di Bolzaneto, aspetta verità sugli scontri di piazza, ma non ha ottenuto giustizia perché i responsabili sono ancora tutti al loro posto. E’ per questo che il 20 o il 21 luglio, a dieci anni di quei sanguinosi eventi, sarebbe importante che il presidente della Repubblica si assumesse la responsabilità di rivolgergli un segno di scuse per lenire una ferita che risulta a tutt’oggi aperta”.

L’ex portavoce del Genova Social Forum è intervenuto ieri a Genova nella Conferenza stampa di presentazione dell’ultima settimana delle attività per il decennale del G8 del 2001 che si apre oggi nel capoluogo ligure promosse dal Comitato Verso Genova 2011 sotto il titolo “Loro la crisi. Noi la speranza”. Sei giorni di seminari, piazze tematiche, mostre e concerti per dimostrare che a dieci anni dal G8 di Genova ciò che il movimento aveva predetto dieci anni fa si è poi di fatto realizzato. Ma anche per lanciare un messaggio chiaro di pacificazione alla città, ancora segnata dalle violenze di quei giorni.

I processi dichiarano la nostra verità. E non ce n’è un’altra” – ha affermato Rita Lavaggi, portavoce del coordinamento Verso Genova 2001 che ha organizzato un mese di iniziative culturali che culmina con il corteo previsto per sabato prossimo. “L’obiettivo è quello di provare a riaggregare quello che è stato il movimento del 2001, capire cosa è cambiato e soprattutto incontrare le nuove realtà e le nuove generazioni che si muovono nelle piazze e nei conflitti in Italia, in Europa e in tutto il mondo. “Ai genovesi – ha aggiunto Lavaggi – che hanno ancora negli occhi le immagini del 2001 diciamo che per quanto ci riguarda saranno giornate di festa e che possono stare tranquilli perché oggi i processi dichiarano la nostra verità. Il nostro obiettivo è quello di costruire una memoria collettiva che lenisca le ferite di quei giorni” – ha concluso la portavoce del coordinamento.

Dopo un mese ricco di eventi pubblici, oggi si è aperta la settimana conclusiva della manifestazione: conferenze, tavole rotonde e mostre che focalizzano l’attenzione sulle vertenze che, dal luglio genovese 2001 ad oggi, hanno tenuto vivo un movimento di contestazione al paradigma di sviluppo liberista. Le iniziative si concluderanno sabato 23 luglio con una manifestazione che partirà nel pomeriggio da Piazza Montano.

Il 19 luglio di dieci anni fa si apriva il G8 di Genova e una serie di manifestazioni. Quel giorno sfilò, pacificamente, il primo corteo “alter-globalista” e dei migranti: 50 mila persone, una festa. Il 20 luglio, invece, cambiò tutto, fino alla morte di Carlo Giuliani, 23 anni, colpito da un colpo di pistola, una Beretta in uso al carabiniere Mario Placanica e agli scontri di piazza, l’irruzione alla Diaz e alle violenze di Bolzaneto.

“È un lascito, quello che ci resta oggi del G8 di Genova, appiattito e incastrato nella dicotomia ‘polizia– black bloc’. Una dicotomia che produce concetti contrapposti assoluti e assolutamente falsi: tutti torturatori i poliziotti, tutti violenti i manifestanti” – commenta Riccardo Noury di Amnesty Italia nel suo blog sul sito del Corriere nel quale esplicita una serie di domande inevase, le cui risposte non è stato possibile trovare nei procedimenti giudiziari e che avrebbero, invece, potuto provenire da una commissione indipendente d’inchiesta, invano sollecitata da Amnesty International. Anche Noury chiede “una parola pubblica di scuse da parte dei vertici della Polizia: un’ammissione che qualcosa a Genova nel 2001 andò male, molto male, sarebbe fondamentale. Quella parola si fa ancora attendere, e il decimo anniversario di quelle giornate potrebbe essere un’occasione importante per pronunciarla”.

In proposito va ricordato che il programma dell’Unione per le elezioni politiche del 2006 prevedeva l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui “fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari). La proposta di legge di istituire tale commissione di inchiesta è stata votata il 30 ottobre 2007 in prima commissione alla Camera, ma è stata respinta (22 voti a favore e 22 contrari) a causa del voto contrario della Casa delle Libertà, dell’Udeur e di Italia dei Valori, oltre all’assenza dei deputati della Rosa nel Pugno. Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro, ha motivato il voto del senatore IdV Carlo Costantini dichiarando di non voler avallare un’inchiesta finalizzata ad indagare unicamente sull’operato delle forze dell’ordine e non anche su quello dei manifestanti. Nonostante tale voto, accolto con rabbia e sconcerto da parte da alcuni dei partiti componenti la maggioranza di governo, l’allora presidente del consiglio Romano Prodi annunciò che la commissione d’inchiesta sui fatti del G8 di Genova avrebbe dovuto essere istituita perché “è un impegno preso con il programma di governo che non intendiamo disattendere”. [GB.Unimondo]

Una risposta a “Agnoletto: Ora lo Stato chieda scusa agli attivisti malmenati al G8 del 2001”

  1. A A ha detto:

    Restiamo in attesa che il sig. Agnoletto, così solerte a chiedere allo Stato di scusarsi per le botte prese dai manifestanti ad opera delle forze dell’ordine, chieda ai black block, che tutti hanno visto in azione a Genova, di risarcire chi si è visto distrutto il negozio, l’auto, o altri beni, da quei facinorosi.
    Per non citare il fatto che l’uccisione di Giuliani fu per l’appunto precedente ai fatti di Bolzaneto, e forse ne fu anche la causa scatenante.
    Ma dispiace che ogni volta che si ricorda tale episodio, ci si dimentica del fatto che Giuliani brandiva un estintore sopra la testa proprio di fronte al portellone posteriore della camionetta dei carabinieri che era stata circondata dai “manifestanti”. E le immagini sono disponibili e ben visibili a tutti.
    Se i genitori di quel ragazzo gli avessero insegnato il senso civico, forse si sarebbe limitato ad impugnare una bandiera e non sarebbe stato ucciso.
    Ma è difficile ammettere un simile senso di colpa…e si preferisce dare la colpa al sistema.

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