Nuove scoperte archeologiche sull’altopiano di Caporciano

Una grande tomba a fossa risalente al VII secolo a.C. di tre metri per cinque è l’ultima scoperta effettuata dall’equipe dell’archeologo della Soprintendenza abruzzese Vincenzo d’Ercole nella piana di Caporciano. Si tratta di un rinvenimento molto importante perché dal ricco corredo funebre rinvenuto si può ipotizzare che il defunto fosse un guerriero di rango. La […]

Una grande tomba a fossa risalente al VII secolo a.C. di tre metri per cinque è l’ultima scoperta effettuata dall’equipe dell’archeologo della Soprintendenza abruzzese Vincenzo d’Ercole nella piana di Caporciano. Si tratta di un rinvenimento molto importante perché dal ricco corredo funebre rinvenuto si può ipotizzare che il defunto fosse un guerriero di rango. La tomba, infatti, ci ha restituito due pugnali, cinque lance, una mazza ferrata  come oggetti da guerra; sono stati puoi rinvenuti un grande “dolio” per il vino con una capienza di almeno un ettolitro, due brocche in bronzo provenienti dal sud dell’Etruria, dei bastoncini con i resti di scarponi o ramponi per potersi spostare agevolmente sulla neve o sul ghiaccio.

“Si tratta di una scoperta molto importante – spiega Vincenzo D’Ercole – perché tombe di questa grandezza, fino ad ora, le abbiamo trovate solo nella necropoli di Campovalano e mai qui nell’area dei Vestini. Essa  ci conferma però alcune teorie che avevamo ipotizzato dopo i primi ritrovamenti in questa area: intanto che questa era un’area molto popolata, vista l’ampiezza della necropoli che stiamo studiando – abbiamo scoperto circa trecento tombe –  poi che erano dei popoli guerrieri che combattevano anche per razzie di bestiame tra le varie etnie che popolavano quest’area, inoltre che erano abituati a vivere in condizioni climatiche d’alta montagna, perché resti di scarponi o bastoncini da neve sono stati rinvenuti solo in Sassonia o in aree alpine”.

Gli scavi archeologici in questa area hanno preso il via con i lavori di ampliamento della strada statale, poi si sono fermati a seguito del sisma del 2009 e finalmente, come un preciso segnale di ritorno alla normalità, sono ripresi a fine giugno grazie ad un programma di restauro della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo risalente al marzo 2009, che utilizza fondi dell’otto per mille, che prevede il restauro delle Chiese di Santa Maria in Centurelle, Santa Maria Assunta a Bominaco nel comune di Caporciano e Santa Maria di Civitaretenga, nel comune di Navelli. Lo scavo viene seguito da allievi restauratori archeologici della scuola di Venaria Reale a Torino che a settembre si alterneranno con studenti dell’Istituto Superiore del Restauro e i risultati di questa prima campagna saranno al centro di un incontro pubblico che l’archeologo Vincenzo D’Ercole terrà il 4 agosto prossimo presso il municipio di Caporciano.

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