L’Aquila, continuano i problemi in assistenza alla popolazione

E’ caos in seno alla Struttura per la gestione dell’emergenza (Sge), organismo del commissario per la ricostruzione che si occupa dell’assistenza dei terremotati. Alcuni cittadini, ancora soggetti ai vari strumenti di assistenza, denunciano il fatto che per le polemiche in atto tra la parte del regionale e quella del Comune dell’Aquila l’erogazione dei servizi è […]

E’ caos in seno alla Struttura per la gestione dell’emergenza (Sge), organismo del commissario per la ricostruzione che si occupa dell’assistenza dei terremotati. Alcuni cittadini, ancora soggetti ai vari strumenti di assistenza, denunciano il fatto che per le polemiche in atto tra la parte del regionale e quella del Comune dell’Aquila l’erogazione dei servizi è rallentata e poco puntuale: come sottolinea un gruppo di terremotati, sono state rinviate alcune assegnazioni di alloggi del fondo immobiliare e si dilatano i tempi per la comunicazione di provvedimenti a carico di persone assistite. In particolare non sono chiare le competenze e soprattutto quanti addetti operano nella struttura coordinata da Roberto Petullà, il cui lavoro è sensibilmente diminuito perché l’assistenza, ormai, non riguarda migliaia di ex sfollati ora rientrati nelle case. “Le Istituzioni responsabili della Sge devono capire che il loro lavoro incide sulla vita di persone molto provate dal terremoto – tuonano alcuni cittadini aquilani -, ritardi o disservizi rendono ancora più dura la condizione di cittadini da oltre due anni alle prese con gravi disagi, chiediamo un maggiore senso di responsabilità nella considerazione che le polemiche in ultima analisi di ripercuotono sugli ultimi”. In effetti, nella delicata struttura le tensioni interne hanno spesso segnato l’attività: l’ultima puntata della lunga guerra tra la parte regionale e quella comunale è la decisione di richiamare cinque dipendenti, a partire dal 1 agosto, presa dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, in aperta polemica con il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi. Cialente ha annunciato infatti l’uscita dalla Sge, la cui gestione dopo le dimissioni polemiche di Cialente dal ruolo di vice commissario è stata affidata ad Antonio Cicchetti, che in pratica ha sostituito il primo cittadino. Secondo alcune fonti interne alla Sge la scelta ha determinato non pochi problemi. La confusione che regna in un settore a contatto con la parte più debole della popolazione sfocia anche in episodi poco piacevoli: non sono pochi i cittadini che si lamentano dei modi tutt’altro che gentili con i quali vengono trattati da una parte del personale ed anche della governance, denunce che si ripetono ciclicamente praticamente dall’inizio dell’attività di assistenza.

Una risposta a “L’Aquila, continuano i problemi in assistenza alla popolazione”

  1. Antonio ha detto:

    Occorre l’Unità di tutti gli Aquilani

    Ormai, dopo l’Assemblea Cittadina del 3 Agosto 2011, è fin troppo chiaro che la ricostruzione della nostra Città non dipende né dalle politiche di governo e neppure da quelle di opposizione; infatti il confronto con Chiodi che ha accettato l’arena proposta dai cittadini aquilani ha messo a nudo drammatiche verità, tra queste la violenza dello scontro fra le istituzioni, soprattutto quelle più propriamente amministrative, legate ai propri interessi di bottega e non alla ricostruzione della Città. Interessi, forse neppure immediatamente politici, ma certamente lesivi dei diritti dei cittadini e delle soluzioni dei bisogni fondamentali, anche di sopravvivenza degli uomini e delle donne che insistono a voler abitare il cratere in cui si è consumata la tragedia del 6 Aprile. Infatti nessuna di queste amministrazioni si sta occupando delle difficoltà economiche delle popolazioni, dell’affanno delle famiglie private dell’esonero dei tributi e delle tasse, dei nuclei di persone anziane bisognose di sussidio per sopravvivere, della disgregazione sociale diffusa e dispersa nelle 19 new-towns, luoghi dove si è smarrito lo stesso bisogno di territorialità, bisogno che non è stato salvaguardato neppure dagli osservatori internazionali che ne avrebbero dovuto tutelare le fondamenta nella difesa dei diritti inalienabili della persona. A fronte di ciò organizzazioni parallele e forti economicamente si sono organizzate a ricostruire una Città diversa, una futura L’Aquila della borghesia compradora, una città caotica, disomogenea, senza la ben minima configurazione logica, imbarbarita dalle infrastrutture di viabilità e dall’occupazione scellerata di suolo. Inoltre organizzazioni corporative rappresentative di una casta mercantile si ergono a difesa di interessi di parte, ma chiamando alla lotta opportunisticamente una popolazione stanca, stremata dai soprusi subiti, invocando fantomatici obiettivi generali, pur di ottenere collaborazione sociale ai propri nefasti bisogni di arricchimento economico. A fronte di ciò sembra persino assurdo che il Presidente Chiodi possa convenire sulla Tassa di Scopo per quanto il suo partito ed il suo governo si siano opposti fino ad oggi a tale soluzione economica per la Ricostruzione. Ebbene alle forme di collaborazione richieste dalla rete delle imprese preferisco scelte opportune anche se condivise dai cittadini con le istituzioni, qualora davvero i suoi rappresentanti, fuori dalle appartenenze di partito dichiarassero sinceramente di voler iniziare una battaglia vera per la nostra Città: questo sarebbe il risultato che si offre come nuovo alla nostra collettività. I cittadini devono ora pensare fuori degli schieramenti per i propri interessi generali per raggiungere gli obiettivi della ricomposizione sociale e della sopravvivenza, all’Assemblea Cittadina resta il compito di favorire questo processo ottenendo ogni giorno risultati e vittorie impegnando tutti ad azioni più finalizzate, perché siano individuate le vere controparti contro cui lottare per risolvere il disagio sociale.
    L’Aquila 5 Agosto 2011 Congeduti Antonio ed Enza Blundo

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