Ennessimo schiaffo per giovani e precari, le misure anti-crisi di Tremonti

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha riferito ieri mattina alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato, le misure che intende attuare, in vista del decreto anticrisi che sarà varato il 16 agosto e che dovrà portare a pareggio di bilancio nel 2013; e la volontà di voler mettere mano agli articoli […]

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha riferito ieri mattina alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato, le misure che intende attuare, in vista del decreto anticrisi che sarà varato il 16 agosto e che dovrà portare a pareggio di bilancio nel 2013; e la volontà di voler mettere mano agli articoli 41 e 81 della Costituzione, inserendo nella Carta il vincolo di bilancio.
Su rendite finanziarie 20% anche subito, esclusi i Bot. «Sulle rendite finanziarie – ha detto Tremonti – la scelta è stata definita con un allineamento delle aliquote. La scelta è stata fatta in sede di riforma, ma non abbiamo nulla in contrario ad un intervento diretto. Fermi i titoli di Stato, e prevedendo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27% tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%».
Indicazioni Bce su statali e licenziamenti. Il ministro ha spiegato che la riforma del mercato del lavoro, con anche un più facile diritto a licenziare, così come anche l’ipotesi di taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici, sono i suggerimenti della Banca Centrale Europea. La cui lettera è «strettamente confidenziale e la diffonde chi la manda», ha aggiunto. Per il mercato del lavoro l’ipotesi da mettere in campo è «una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido» ma anche «il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici», una sorta di «diritto di licenziare». Il governo ipotizza poi di «accorpare sulle domeniche le festività».
Il governo studia «forme più forti di contrasto all’evasione fiscale, soprattutto nei casi di omessa fattura o scontrino», ha poi annunciato Tremonti, secondo cui, sul lato delle entrate, sono possibili «contributi di solidarietà».
Pensioni anzianità e donne. Tra le ipotesi allo studio figurano interventi sulle pensioni di anzianità e su quelle delle donne nel settore privato.
Stop abusi contratti a termine, sono subprime. Occorre «evitare forme di abuso dei contratti a tempo determinato, da quelle parti crea effetti di instabilità della persona che possono essere negativi sull’economia. Finisce che sono tutti dei subprime», ha detto ancora il ministro dell’Economia.
Piena privatizzazione dei servizi pubblici. Sul lato della crescita serve «la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali».
«L’articolo 81 della Costituzione non costituisce un caso di successo. Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo».
L’articolo 81 della Costituzione recita: “Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo [cfr. artt. 72 c. 4, 75 c. 2, 100 c. 2]. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”.
«L’ipotesi di riduzione degli stipendi pubblici è stata fatta in sede europea ma noi non abbiamo intenzione di ridurre gli stipendi» nella pubblica amministrazione, ha poi detto Tremonti nella sua replica.
«Bisogna intervenire con maggior incisività sui costi della politica. Dobbiamo tornare sulla materia non solo sui costi dei politici, non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono. C’è un effetto di blocco, di manomorta».
La protesta. “Prima di abbassare a noi gli stipendi, prima di aumentare le tasse perché lo chiede l’Europa, perché non dimezzate le vostre entrate visto che nell’Ue nessuno guadagna come voi?”. Le proposte di Giulio Tremonti vengono accolte dai cittadini con rabbia e scoramento. E ancora una volta è il web a raccogliere le prime reazioni degli italiani. Migliaia i post che sui social network criticano le proposte del ministro dell’Economia. E l’annuncio di tagli ai costi degli statali, della revisione dei diritti dei lavoratori, della modifica dell’art. 81 della Costituzione, di nuove tasse sui titoli di Stato, scatenano l’indignazione: “Ti pareva: ci rimettiamo sempre noi”.
Il governo continua a cercare risorse sulle condizioni sociali delle persone – denuncia nella nota il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – credo che in un Paese in cui la disoccupazione continua a crescere e c’è uno straordinario problema di precarietà, dire che il cambiamento è nella libertà di licenziare è un ennesimo schiaffo ai giovani ed ai lavoratori .

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