La nuova manovra finanziaria è sbagliata ed iniqua

Accogliamo positivamente il primo passo nella direzione del taglio delle province e dei costi della politica – fa sapere l’Adico dopo una prima lettura del testo della nuova manovra finanziaria che il Governo si appresta a varare – ma sembra troppo sbilanciata nei confronti della solita classe sociale media bassa e delle famiglie, a protezione […]

Accogliamo positivamente il primo passo nella direzione del taglio delle province e dei costi della politica – fa sapere l’Adico dopo una prima lettura del testo della nuova manovra finanziaria che il Governo si appresta a varare – ma sembra troppo sbilanciata nei confronti della solita classe sociale media bassa e delle famiglie, a protezione di quella che invece evade le tasse.
Nel primo troncone della manovra finanziaria è stato richiesto ai lavoratori, compresi i precari, sacrifici quali la riduzione delle detrazioni fiscali e familiari a carico; ai pensionati con una pensione di oltre i mille euro è stato ridotto l’ adeguamento dell’assegno al costo della vita; ai cittadini la riduzione delle detrazioni per ristrutturazioni delle case; chi si ammala dovrà versare un ticket di 10 euro per le visite specialistiche.

Ora nel secondo troncone si parla di innalzamento dell’età pensionabile delle donne, dalla quadruplicazione dei tempi di pagamento dei Tfr per i lavoratori della pubblica amministrazione; di tagli agli enti locali che sono nè più nè meno che tagli alla spesa sociale, al welfare e ai servizi essenziali; di ulteriori tasse e balzelli.

Una somma di provvedimenti incentrata sull’inasprimento fiscale e sui tagli alle agevolazioni che riguardano la parte più debole della popolazione – denuncia il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – incentrata sull’inasprimento fiscale e sui tagli senza nemmeno la garanzia del pareggio di bilancio e con il rischio di continuare a inseguire il debito pubblico. Una manovra che riduce il potere d’acquisto degli italiani; si denota l’assenza di politiche serie atte a contrastare la disoccupazione crescente, in particolare quella giovanile, di incentivi alla ricerca ed allo sviluppo.

 

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