Centi (Anci): per dissentire sulla Manovra in Abruzzo si manifesta il 3 settembre

“La manifestazione indetta dall’Anci a Milano il prossimo 29 agosto è importante perché rimarca con forza la necessità di congiungere  e coordinare la grande dimensione territoriale con i piccoli comuni. Perché i problemi dei piccoli comuni non possono essere visti solo dall’ottica micro ma devono essere analizzati e condivisi a livello macro, della rete italiana […]

“La manifestazione indetta dall’Anci a Milano il prossimo 29 agosto è importante perché rimarca con forza la necessità di congiungere  e coordinare la grande dimensione territoriale con i piccoli comuni. Perché i problemi dei piccoli comuni non possono essere visti solo dall’ottica micro ma devono essere analizzati e condivisi a livello macro, della rete italiana delle autonomie locali. Torino, ieri, ne è stato un esempio lampante”. Così il presidente di Anci Abruzzo Antonio Centi sui raduni che si stanno organizzando in questi giorni per dissentire sulla Manovra.
“Questo atteggiamento è importante per superare anche gli eventuali  localismi – continua Centi – che si potrebbero manifestare dietro le iniziative dei piccoli comuni e quindi rischiare di ghettizzare la situazione. Invece no. Questa è una questione italiana che necessita il sostegno di tutti, piccoli e grandi. Da parte nostra, il prossimo 3 settembre dell’Anci regionale sta organizzando una manifestazione all’aeroporto di Pescara che coinvolgerà tutto il sistema delle autonomie abruzzesi , per protestare contro i tagli che in Abruzzo vedrebbero la chiusura di 105 comuni su 305 realtà”.
Centi sottolinea che non è solo un problema di salvaguardia dell’identità ma di grave ferita inferta all’economia del paese. “In Abruzzo, ad esempio,  la maggior parte dei comuni sopracitati sono all’interno dei parchi nazionali e in caso di soppressione verrebbe a mancare l’attrattività turistica delegata a creare economia. I parchi, di fatto, verrebbero privati della loro energia essenziale e decisiva. Più in generale, posso citare l’esempio del club dei Borghi più belli d’Italia, una chicca del turismo internazionale. Ebbene più del 90% di questi comuni è sotto i mille abitanti. Comuni che, dati alla mano, nel 2009 hanno prodotto complessivamente un elemento economico nei loro territori pari a circa un miliardo di euro.  Mi chiedo allora, si può immaginare di sopprimere la vivacità economica e produttiva di queste realtà così significative per il paese?” (fdm)

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