L’arte delle donne da inizio alla Perdonanza

“L’Arte nasce per generare la cultura dell’arte, ovvero il Mubaq il Museo dei bambini dell’Aquila”: così ha affermato Ileana Santone, Presidente del Soroptimist Club L’Aquila, durante l’inaugurazione della mostra “Donna Oggi” tenutasi questo pomeriggio all’interno della Cattedrale di San Massimo. L’arte delle donne verrà offerta al pubblico aquilano durante il periodo della Perdonanza, in occasione […]

“L’Arte nasce per generare la cultura dell’arte, ovvero il Mubaq il Museo dei bambini dell’Aquila”: così ha affermato Ileana Santone, Presidente del Soroptimist Club L’Aquila, durante l’inaugurazione della mostra “Donna Oggi” tenutasi questo pomeriggio all’interno della Cattedrale di San Massimo. L’arte delle donne verrà offerta al pubblico aquilano durante il periodo della Perdonanza, in occasione dei 60° anniversario della fondazione dell’Unione Nazionale Italiana,di cui è Presidente Wilma Malucelli, del Club Soroptimist International, un’organizzazione mondiale di donne che promuove l’avanzamento della condizione femminile e dei diritti umani.

Grazie a questa iniziativa i bambini del Musaq potranno vedere ultimata a breve la nuova struttura, sede di fruizione e creazione, grazie ai proventi derivanti dalla vendita all’asta delle opere, che avverrà il 27 settembre a Milano dove la mostra itinerante si concluderà, e dalla distribuzione dei cataloghi delle opere stesse. L’apporto che il Club vuole dare ai bambini aquilani è quello di “una crescita culturale e esistenziale del fanciullo equilibrata e sostanziale, – ha affermato Ileana Santone, Presidente Soroptimist Club L’Aquila – perchè vogliamo valorizzare i giovani che io amo chiamare ‘i cittadini del futuro’”.

La formazione dei più piccoli è indiscindibile dalla cura della bellezza che caratterizza la mostra, di cui sono protagoniste 48 artiste del Club, ognuna diversa dall’altra. “Colpisce come ogni artista abbia saputo individuare una personalissima chiave di lettura”, ha detto Stefania Sereni, curatrice della mostra e Past President Club Roma Tiber. Le opere sono talmente diversificate tra di loro che “c’è chi tra le artiste ha visto la solitudine, – ha spiegato Sereni – chi la maternità, chi l’essenza femminile, e chi ancora la vena divertente e spiritosa come l’opera in cui la donna è su un filo tra gli oggetti del suo lavoro e gli utensili domestici come un equilibrista”. La vivacità è sprigionata anche dalle tecniche e dai materiali utilizzati. Le opere sono frutto di pittrici, scultrici, fotografe, orafe, donne insomma che “non si sono piante addosso, ma sono state propositive”, ha commentato la curatrice.

Le opere non racchiudono il loro significato in sé ma sono altro da sé, in quanto dialogano con il contesto, ogni volta diverso, questa volta particolarmente emozionante. All’interno del Duomo colpito a cuore dal terremoto, la voglia di abbattere le impalcature per restituire il bello è esplicitata da tutti gli interventi di ospiti come dall’Assessore alla Solidarietà, Pierluigi Pezzopane e dall’Ing Luciano Marchetti, vice commissario delegato per la tutela dei beni culturali, che hanno auspicato il ripristino immediato del “com’era dov’era” dei tesori artistici dell’Aquila.

Lo stesso desiderio di ritorno della bellezza è chiaramente anticipato da questa mostra ricca di suggestioni ed emozioni che si mescolano con la spiritualità. “La sacralità è amplificata dalla drammaticità del suo essere”: ha descritto così la sensazione di spaesamento quasi mistico l’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, Giuseppe Molinari.

L’Arcivescovo ha ricordato anche quanto sia importante unire i due aspetti, quello artistico e quello spirituale-morale, perchè l’essenza si ottiene dalla miscela tra “il vero, il bene e il bello”,  riprendendo le parole di San Tommaso.

La sinergia tra i due aspetti emerge anche nelle opere delle artiste aquilane presenti nella mostra: Lea Contestabile e Massimina Pesce.

In particolare, l’opera di Massimina Pesce è stata ricordata dalla curatrice per “il suo originalissimo uso materico, l’eleganza compositiva, e la delicatezza dei colori”, nelle immagini in cui un raffinato angelo che si vede in maniera chiara e netta si erge su dei personaggi poco distinguibili.

Così la stessa artista aquilana ha commentato la sua opera: “Quello è l’angelo dei terremotati. Tutto il resto non può essere né chiaro, né comprensibile. A noi terremotati, e soprattutto a noi donne, ci sostiene solo la speranza dell’angelo”.

Lisa D’Ignazio

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