Manovra: la CGIL proclama lo sciopero generale

La CGIL, ha indetto per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore contro la manovra di Ferragosto, ritenuta “depressiva, socialmente iniqua, innefficace e antisindacale”, del governo. Un provvedimento da oltre 45 miliardi che andrà a sommarsi ai 47 dell’intervento di luglio, per un impatto complessivo che supererà i 90 miliardi da qui al […]

La CGIL, ha indetto per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore contro la manovra di Ferragosto, ritenuta “depressiva, socialmente iniqua, innefficace e antisindacale”, del governo. Un provvedimento da oltre 45 miliardi che andrà a sommarsi ai 47 dell’intervento di luglio, per un impatto complessivo che supererà i 90 miliardi da qui al 2013.
Per il Segretario generale Fiom-Cgil, Maurizio Landini, “La manovra è iniqua e sbagliata perché colpisce i diritti e il salario dei lavoratori dipendenti, taglia i servizi sociali erogati dai Comuni e dalle Regioni, non colpisce l’evasione fiscale e la corruzione, non introduce una vera patrimoniale ed una vera lotta alle speculazioni finanziarie e non delinea nessuna nuova azione di politica industriale affermando l’idea tragica per il Paese che per uscire dalla crisi bisogna tagliare i diritti, il Contratto Nazionale e lo Statuto dei lavoratori. Una manovra in contrasto con il pronunciamento popolare avvenuto nei referendum dello scorso giugno, che riapre alla privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici”

Altra scelta contenuta nella manovra e fortemente criticata dalla CGIL è quella di spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche, per la CGIL significa “colpire l’identità e la storia del nostro Paese, indebolirne la memoria”, rappresenta – prosegue la nota – “un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”.
Per questo motivo la CGIL ha deciso di lanciare una petizione popolare a difesa delle feste della Liberazione, del Lavoro e della Repubblica. Raggiunte al momento oltre 23mila firme. È  possibile firmare la petizione sul sito della CGIL (www.cgil.it) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro.

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