Manovra: la maggioranza è per dimezzare i parlamentari e abolire le Province

La riunione di maggioranza presieduta dal Presidente Silvio Berlusconi sul decreto legge recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo – attualmente all’esame del Senato – e che dovrà essere approvato a saldi invariati, si è conclusa in serata con le seguenti “unanimi determinazioni”: 1) Interventi di natura costituzionale: – dimezzamento […]

La riunione di maggioranza presieduta dal Presidente Silvio Berlusconi sul decreto legge recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo – attualmente all’esame del Senato – e che dovrà essere approvato a saldi invariati, si è conclusa in serata con le seguenti “unanimi determinazioni”:

1) Interventi di natura costituzionale:

– dimezzamento del numero dei parlamentari;

– soppressione delle province quali enti statali e conferimento alle regioni delle relative competenze ordinamentali;

2) Il decreto dovrà essere approvato nei tempi previsti e a saldi invariati con le seguenti principali modifiche:

– sostituzione dell’articolo della manovra relativo ai piccoli comuni con un nuovo testo che preveda l’obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall’anno 2013 nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri;

– riduzione dell’impatto della manovra per comuni, province, regioni e regioni a statuto speciale. Attribuzione agli enti territoriali di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate;

– sostituzione del contributo di solidarietà con nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative;

– contributo di solidarietà a carico dei membri del parlamento;

– mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione;

Il governo e il relatore presenteranno le relative proposte emendative, aperti al confronto con l’opposizione nelle sedi parlamentari.

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