Ultimi giorni del Gran Galà del tartufo estivo abruzzese

Forse non tutti sanno che la metà della produzione regionale di tartufi in regione è costituita dal tartufo nero estivo, più noto come Scorzone (Tuber aestivum). Per moltissimo tempo il tartufo abruzzese è stato “esportato” verso le regioni già famose per coltura e cultura di questo gustoso tubero, e solo recentemente è stato riscoperto dalla […]

Forse non tutti sanno che la metà della produzione regionale di tartufi in regione è costituita dal tartufo nero estivo, più noto come Scorzone (Tuber aestivum). Per moltissimo tempo il tartufo abruzzese è stato “esportato” verso le regioni già famose per coltura e cultura di questo gustoso tubero, e solo recentemente è stato riscoperto dalla gastronomia locale. Si colloca in quest’ottica di promozione e di valorizzazione del prodotto tipico locale il Gran Galà del tartufo estivo abruzzese che è in corso dallo scorso 16 agosto in Ekk Ristorante “Cantina Santangelo”, nella struttura di “Ekk Abruzzo in sintesi”.
A pranzo e a cena fino a dopodomani mercoledì 31 agosto è possibile, infatti, ordinare un menu a base di tartufo nero estivo abruzzese, che oggi più facile da reperire perché disponibile presso l’adiacente Ekk mercato tipico. Nel menu stagionale a tema il tartufo è presente dall’antipasto al dolce e viene preparato con: la Crema di patate novelle ed il guanciale; il formaggio “primo sale” arrostito in padella; l’uovo alla contadina; l’orzotto con formaggio erborinato di Rivisondoli; i tagliolini “18 rossi d’uovo”; i filettini di maiale con mosto cotto e le patate al “coppo”; e la ricotta ovina di Apicio preparata al tavolo.
«Lo scorzone è una materia prima molto semplice da trattare – spiega Gabriele Marrrangoni, chef di Ekk Ristorante – che dà svariate possibilità di utilizzo e permette di evitare il rischio della monotonia della cucina quotidiana. Sopporta il contatto con il calore e quindi può essere utilizzato anche sin dall’inizio della preparazione della ricetta»
«Ancora oggi purtroppo una buona parte della produzione continua ad “emigrare” verso altre terre, sottobanco – spiega Tino Di Sipio, consulente di prodotti tipici – un vero mercato “nero” ma di certo non “pregiato”, che non consente all’Abruzzo il giusto riconoscimento della sua produzione».

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