Dissesto e rischio idrogeologico

Il nostro paese è la nazione con maggiori problemi di dissesto idrogeologico in Europa. La stessa provincia di Teramo ha subito pesantissimi danni alcuni mesi fa dimostrando la vulnerabilità di territori ormai troppo urbanizzati. Anche per questo l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri (TE) ha organizzato il convegno “STRUMENTI ED APPROCCI SOSTENIBILI PER LA DIFESA DEL SUOLO” […]

Il nostro paese è la nazione con maggiori problemi di dissesto idrogeologico in Europa. La stessa provincia di Teramo ha subito pesantissimi danni alcuni mesi fa dimostrando la vulnerabilità di territori ormai troppo urbanizzati. Anche per questo l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri (TE) ha organizzato il convegno “STRUMENTI ED APPROCCI SOSTENIBILI PER LA DIFESA DEL SUOLO” con relatori di organismi nazionali ed internazionali il prossimo 16 e 17 settembre al Teatro Comunale di Atri (TE).

I numeri del dissesto in Italia sono spaventosi: 485.000 frane mappate; 6,9% del territorio nazionale a rischio frana; 5.708 comuni a rischio idrogeologico di cui 2.940 a rischio molto elevato. Il 21,1% dei comuni ha nel proprio territorio aree franabili, il 15,8% aree alluvionabili e il 32,0% aree a dissesto misto (aree franabili+aree alluvionabili). Ben 992.403 italiani sono direttamente esposti al rischio frane. Il 30% dei suoli ha un rischio di erosione superiore alla soglia di tollerabilità.

In Abruzzo quasi 17.000 siti sono a rischio con oltre 1.500 kmq di superficie con dissesti.

Passando alla cementificazione del suolo in Italia le superfici coperte in maniera permanente con materiali impermeabili sono passate dal 2,38% al 6,34%, con un incessante consumo di suolo (quasi 100 ettari al giorno tra il 1999 e il 2006).

I Calanchi di Atri, riserva naturale regionale ed Oasi WWF, sono fenomeni erosivi conosciuti in tutto il mondo e rappresentano una peculiarità naturalistica e paesaggistica.

Studiosi di vari Paesi si sono interessati a quest’area e tanti turisti la visitano ogni anno.

L’area protetta ha attivato da tempo il Progetto Geomorfologico, la cui prima fase si chiude con questo convegno scientifico dopo aver coinvolto scuole e agricoltori per spiegare come mitigare il rischio frana. Sono stati realizzati due cantieri didattici durante altrettanti corsi rivolti a tecnici del settore per divulgare le metodologie di gestione del rischio con l’ingegneria naturalistica.

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