S&P declassa l’Italia, Napolitano invita all”unità nazionale

L’Italia declassata da A+ ad A, il governo replica: valutazioni ‘dettate dai retroscena’ della stampa e non dalla realtà delle cose. Ma l’agenzia di rating Standard and Poor’s rivendica la propria indipendenza e non esclude un nuovo taglio del rating. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano incalza:”E’ indispensabile l’impegno comune per fare fronte alla difficile situazione […]

L’Italia declassata da A+ ad A, il governo replica: valutazioni ‘dettate dai retroscena’ della stampa e non dalla realtà delle cose. Ma l’agenzia di rating Standard and Poor’s rivendica la propria indipendenza e non esclude un nuovo taglio del rating.

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano incalza:”E’ indispensabile l’impegno comune per fare fronte alla difficile situazione economica e finanziaria, occorre un pacchetto, un insieme di misure. Sento parlare – ha aggiunto – di un piano pluriennale, di una piattaforma meditata che nasca da consultazioni ampie per rilanciare la crescita anche perché se il Pil decresce l’impresa diventa ardua se non impossibile”.

“Colpi d’ala in tasca -ha detto Napolitano ai cronisti- non ne ho, come non ne ha nessuno. O ccorre un pacchetto di misure, sento parlare di un piano pluriennale, una piattaforma meditata per un rilancio della crescita che nasca da consultazioni ampie”.

L’opposizione attacca il governo e chiede al premier di lasciare:”siamo a un passo dal baratro”. Al coro si unisce la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia: “O il governo vara riforme serie e impopolari nell’immediato oppure questo governo deve andare a casa: non ho paura di dirlo, è evidente che è così. Sono settimane e giorni che diciamo che non c’è più tempo e che bisogna agire”. “Anche perché ha puntualizzato l’attuale situazione è inaccettabile e la perdita di “credibilità” del Paese è preoccupante”.

L’economia globale frena e ci sono “reali rischi al ribasso”, la “situazione può peggiorare in ogni momento”: lo scenario peggiore è una nuova recessione in Europa e negli Stati Uniti.

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) taglia le stime di crescita 2011 e 2012 e avverte: i piani di risanamento dei conti pubblici devono essere attuati alla giusta velocità, una stretta troppo rapida uccide la ripresa e una troppo lenta la credibilità. L’Italia crescerà dello 0,6% quest’anno e dello 0,3% il prossimo: la crescita bassa – evidenzia il Fmi – è il problema dell’Italia che può fare di più attuando riforme nei servizi e nel mercato del lavoro

 


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